Cultura & Spettacolo

Luís since 1953, 70 anni d’arte, al Magazzino 26 di Trieste

di Nicola Santini -


 

 

 

Inaugurazione il 30 settembre nella Sala Leonor Fini del Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste per la mostra antologica “LUÌS. Since 1953 – 70° d’arte” dedicata ai settant’anni di attività della pittrice Luisia Comelli (in arte Luìs) e curata da Marianna Accerboni e Lucia Lalovich Toscano. Tante le autorità che parteciperanno alla vernice, a partire da Igor Gabrovec, Sindaco di Duino Aurisina, che ha patrocinato la mostra.

In mostra un centinaio di opere realizzate dall’artista (classe 1935) dal 1953 a oggi, soprattutto dipinti a olio dedicati a una personale interpretazione delle vedute di mare e del paesaggio naturale, al ritratto e alle nature morte con rimandi storico-archeologici, accanto a intense xilografie dal segno molto efficace.

La rassegna, che sarà corredata da un catalogo, è promossa dal Circolo Duinate in coorganizzazione con il Comune di Trieste, con il patrocinio del Comune di Duino Aurisina e con il sostegno di BCC VENEZIA GIULIA e rientra nell’ambito delle manifestazioni organizzate per la 55° edizione della Barcolana.

L’artista che, a ottantotto anni, è tutt’ora in attività, sarà presente nella sede espositiva negli orari di apertura durante tutta la durata della mostra, anche per la realizzazione di performance pittoriche (fino al 5 novembre/ orario: giovedì e venerdì 16–19, sabato, domenica e festivi 10-13 e 16-19, domenica 8 ottobre 10-19, ingresso libero/ info e ufficio stampa: circoloduinate@gmail.com, 0039 3405665103).

Un’esistenza trascorsa tra gli amati colori, i pennelli, una natura di mare, di cielo e di roccia e il sorriso dei suoi tre bimbi. Così Luisia Comelli – scrive Marianna Accerboni – ha trascorso la sua vita, dedicata alla pittura e alla famiglia. Sono passati settant’anni dal primo olio creato nel ’53 a oggi, epoca in cui l’artista – che lo scorso 1 agosto ha compiuto 88 anni – dipinge ancora.

Una veduta del Castello di Duino di Luis

 

La passione per la pittura si fa sentire in me fin da giovanissima. – ricorda Luìs – La mia libertà nel dipingere è stata sempre e rimane tuttora, accostata alla tradizione, vicina alla realtà e alle cose semplici, che soprattutto apprezzo, semplicità che è legata a un’impronta personale, guidata con freschezza dall’entusiasmo dello spirito creativo del mio sentire. Tuttavia, durante i miei brevi incontri con il noto pittore Nino Perizi, mi si è presentata l’opportunità di avvicinarmi all’astrattismo, senza però riuscire mai ad approdare a questo diverso linguaggio pittorico. Dunque, – conclude l’artista – per l’intero percorso, sono rimasta sempre ancorata e coerente alla mia vocazione artistica, escludendo di seguire certi drastici mutamenti molto spesso esageratamente spinti e quindi difficili, per me, da comprendere.
A ispirarla sono stati sempre l’azzurro del cielo e del mare della splendida costa duinate, il vento intriso dagli spruzzi salati e il verde selvaggio della costa. E, nel raccontarli, lei si è dimostrata sempre interprete di grande sensibilità, capace di tradurre sulla tela, attraverso un intenso e personale lirismo e un cromatismo vitale, ma equilibrato e sintonico con il dato naturale, la luce e l’anima della sua terra; una caratteristica, la luce, che è propria dei veri artisti e che Comelli sa esprimere attraverso un contrappunto intenso e passionale, che contraddistingue anche le sue scelte cromatiche, particolarmente ispirate dalla variegata e vivace gamma di colori che connota la natura in cui è lei è immersa nel suo quotidiano,
I dipinti in mostra sono realizzati d’istinto con gesto espressionista, ma dietro a essi s’intuisce una meditata assimilazione dei valori umani della vita, che si esprime nei ritratti e negli autoritratti densi di carattere e di partecipazione, d’intuizione e di affondo psicologico. Un istinto che l’accompagna anche davanti al mistero del mare e dell’esistenza, recepita e affrontata con pacata padronanza delle situazioni e nel contempo con passione. Il suo è un linguaggio intriso di un naturale, solare dinamismo, il cui filo conduttore è sostanziato da una luce e da un acceso cromatismo incorniciati e sottolineati da un segno morbido ma deciso.
E poi il paesaggio: nella sua pittura incontriamo mare, luna e cielo, avvolti dal vento ma anche dai fiori, gabbiani attenti come sentinelle del sentimento e il sogno di una luce stupenda, che prende spunto dalla realtà per sublimarsi e travalicarla. Attraverso l’energia del gesto e un uso del colore condotto istintivamente al limite del Fauvismo (movimento francese del primo Novecento, il cui cromatismo era molto intenso e perciò definito appunto “fauve”, cioè selvaggio), Luisia trae dalla cultura del gesto espressionista gli aspetti dell’immediatezza, della libertà del fare pittorico, dell’intensità e dell’introspezione, tralasciando tuttavia il movente drammatico che caratterizzò le origini del movimento nel Nord Europa e innestando in tale tendenza pittorica un’armonia propria della cultura mediterranea, un romantico sentire e una sottaciuta sensibilità poetica.
E nei suoi dipinti balza inoltre all’occhio la coerenza di un’artista che ha saputo mantenere intatte negli anni tutte le caratteristiche di immediatezza e di freschezza e l’accesa sensibilità degli esordi. Perciò – conclude Accerboni – la sua narrazione si traduce in un profondo, variegato racconto pittorico lungo una vita, testimoniato in modo molto esauriente dal centinaio di lavori presenti in questa antologica, la più importante e completa che mai le sia stata dedicata.

 

Luisia Comelli (in arte Luìs) nasce a Trieste il 1 agosto 1935 da una famiglia spagnola di nobile origine, madre friulana e padre triestino, e da più di trent’anni vive e opera a Duino (Trieste). Si appassiona fin da giovanissima alla pittura a olio, che diventerà la sua tecnica prediletta, ma, nonostante la spiccata predilezione e attitudine per il disegno e le materie artistiche, la rigida educazione dei genitori le impedisce di frequentare il Liceo artistico di Venezia. Supplisce in seguito a tale esigenza, seguendo negli anni Cinquanta le lezioni private di Carlo Pacifico, maestro lombardo che contribuì alla formazione di molti valenti artisti triestini, e grazie agli incontri con il pittore Nino Perizi. Nel corso della sua vita ha sperimentato varie tecniche, in particolare, oltre al disegno e alla pittura a olio, anche la xilografia, eseguendo migliaia di opere, soprattutto oli. Si è dedicata anche al restauro di dipinti, tra cui quello raffigurante la Madonna Lauretana nella Cappella privata dell’ex villa veneta di Visco (Udine), e di opere monumentali di carattere profano. Nel 2003 ha realizzato un ciclo di murales, mentre suoi dipinti di soggetto sacro sono conservati nella chiesa francescana di Sant’Antonio di Tirana (Albania) e nelle chiese di San Giuseppe a Sistiana e di Santo Spirito a Duino (Trieste). Negli ultimi trent’anni ha allestito diverse mostre personali, partecipato a più di 300 collettive in Italia e all’estero e a una cinquantina di concorsi, ricevendo numerosissimi premi, menzioni e riconoscimenti molto significativi. Varie sue opere sono esposte in permanenza in sedi di enti pubblici e in spazi privati.

DOVE: Magazzino 26 · Porto Vecchio · Trieste
QUANDO: 1 ottobre · 5 novembre 2023
ORARIO: giovedì e venerdì 16–19, sabato, domenica e festivi 10-13 e 16-19, domenica 8 ottobre 10-19
(autobus linea 6, fermata Polo museale)
A CURA DI: Marianna Accerboni e Lucia Lalovich Toscano


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