Alessandro Tersigni la new entry della seconda stagione di “Cuori”
Alessandro Tersigni la new entry della seconda stagione di “Cuori”- di ANDREA IANNUZZI
Da domenica 1 ottobre su Rai 1 andranno in onda i primi due episodi della seconda stagione di “Cuori”, che racconta in modo romanzato storie, amori, tragedie in un periodo storico verso la fine degli anni ’60 all’interno dell’Ospedale Molinette di Torino, in cui fu brevettato il primo cuore artificiale. Abbiamo incontrato uno dei protagonisti, Alessandro Tersigni, che interpreta il ruolo dell’Ispettore di Polizia, Marcello Giraudo.
Alessandro Tersigni, tra le new entry di Cuori. Ci presenti il suo personaggio…
In Cuori interpreto l’ispettore di polizia, Marcello Giraudo. Indagherò su una morte sospetta all’interno dell’Ospedale e anche su un omicidio.
C’è qualcosa di Marcello in cui si rivede?
L’unica cosa che posso riscontrare simile nel mio personaggio è il rapporto con le donne. In questo caso con la dottoressa Brunello, considerato il modo romantico che ha di agire nei suoi confronti.
“Interpretare Delia mi ha fatto capire quali sono i diritti di cui io oggi posso godere perché altre donne hanno lottato per averli”. Così Pilar Fogliati. Lei ha scoperto qualcosa interpretando Marcello?
Il ruolo del poliziotto e il rapporto che ha con la società. Mettersi nei panni di un ladro, di un delinquente. Non è facile immedesimarsi in chi fa questo lavoro, è molto complicato. Interpretarlo mi ha fatto comprendere questo.
Pubblicitario o uomo di legge? Se non avesse fatto l’attore oggi chi sarebbe?
Direi il pubblicitario se devo scegliere fra le due. O altrimenti il vigile del fuoco.
È a suo agio nei panni di sex-symbol?
Nei ruoli che faccio sono sempre il terzo incomodo o mi ritrovo in storie particolari con personaggi femminili con cui poi ci sono anche scene altrettanto particolari. Per cui mi diverto. Ecco forse più che a mio agio riesco a divertirmi. Non ho timore di essere smentito se dico che il ruolo di Vittorio Conti ne “Il Paradiso delle Signore” ha rappresentato la chiave di volta della sua carriera. E forse anche l’occasione per vincere qualche pregiudizio.
C’è ancora qualche muro che sente di dover abbattere?
Sì, effettivamente il ruolo di Vittorio Conti ha un po’ consacrato il mio essere attore nella società. C’è voluto un po’ di tempo, qualche muro l’ho abbattuto e sono andato avanti. Non rinnego nulla di quello che ho fatto in passato, rifarei ogni cosa. Fare altri personaggi per me è importante, come fare il lavoro che faccio. E se ci sarà qualche altro muro da abbattere, lo abbatterò volentieri.
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