Energia, un’estate a rischio blackout
Reti insufficienti e caldo torrido, il mondo alle prese con la più grande sfida degli ultimi decenni
Le reti elettriche globali stanno per affrontare la prova più importante degli ultimi decenni, con la produzione di elettricità strangolata nelle principali economie del mondo. I mercati dell’energia nel pianeta sono stati messi a dura prova nell’ultimo anno e i consumatori hanno già subito le conseguenze dell’impennata dei prezzi. Ma, come spesso accade, le cose sembrano essere sulla buona strada per peggiorare ulteriormente, minacciando serie conseguenze per la vita delle persone e per il sistema economico mondiale.
Il primo responsabile è il grande caldo. L’estate in gran parte dell’emisfero settentrionale rappresenta un picco tipico per il consumo di elettricità e le previsioni parlano di una stagione con temperature ben al di sopra della media. Intanto l’ondata di caldo in Asia ha causato blackout giornalieri di ore, mettendo a rischio più di un miliardo di persone in Pakistan, Myanmar, Sri Lanka e India. Contemporaneamente, sei centrali elettriche del Texas sono andate in tilt all’inizio di questo mese, offrendo un’anteprima di ciò che verrà. Dalla California ai Grandi Laghi, sono almeno una dozzina gli Stati a rischio di interruzioni di corrente quest’estate. In Cina e Giappone le forniture di energia saranno limitate, mentre il Sudafrica è pronto per un’annata record di blackout.
Ma non è solo l’innalzamento delle temperature a determinare un simile scenario. “La guerra e le sanzioni stanno creando un corto circuito tra offerta e domanda, e questo è accompagnato da condizioni meteorologiche estreme e una ripresa economica dal Covid, che aumenta la richiesta di energia”, dice Shantanu Jaiswal, analista di BloombergNEF -. La confluenza di così tanti fattori è piuttosto singolare, non si ricorda l’ultima volta che sono accaduti tutti insieme”. Il problema è che le forniture di energia sono talmente fragili da far prevedere che i quantitativi non saranno sufficienti a esaurire la domanda, con il rischio di interruzioni di corrente che impatteranno sulla vita delle persone, provocando anche un inevitabile shock economico.
Il panorama non è diverso in Europa, gravata dalla dipendenza russa: “Se la Russia interrompesse le forniture di gas naturale alla regione, ciò potrebbe essere sufficiente per innescare blackout continui in alcuni Paesi”, sostiene Fabian Ronningen, analista dei mercati per Rystad Energy, la grande società norvegese di consulenza energetica indipendente. Una prospettiva che solo due mesi fa era considerata altamente improbabile. E’ vero che, in assoluto, il rischio è minore, perché è inferiore la percentuale di persone che usano l’aria condizionata in casa. Ma c’è poco spazio per l’errore, se è vero che Electricite de France SA, uno dei principali produttori europei, ha già tagliato per la terza volta il suo obiettivo di produzione nucleare per l’anno in corso. L’ultimo segnale che la crisi energetica in Europa sta peggiorando e non è possibile immaginarne gli esiti. Anche perché, sostiene Ronningen, “non credo che i consumatori europei possano nemmeno immaginare uno scenario del genere. Non è mai successo in vita nostra”.
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