Emergenza microplastiche: l’invasione nei laghi italiani
Emergenza microplastiche: sono ovunque, molto difficile quantificarne la presenza. E sono fattore inquinante crescente nelle acque interne italiane: il 98% dei campioni nei laghi di Bracciano, Trasimeno e Piediluco evidenzia – come ha accertato il programma Life Blue Lakes coordinato da Legambiente – 9mila particelle di materiale plastico inferiori ai 5 millimetri. Acque interne oggi “discariche” di frammenti di polietilene riconducibili alle vecchie buste di plastica, fuorilegge da diversi anni. Microplastiche, ancora, in tre impianti di potabilizzazione e due di depurazione sui laghi di Garda e Castreccioni. Qui dal 30 al 90% di microplastiche, stavolta frammenti e fibre di poliestere e polipropilene, quello dell’abbigliamento tecnico-sportivo. Miliardi di microplastiche disperse ogni giorno disperse, se un solo lavaggio in lavatrice può rilasciarne fino a un milione.
Avviato nel 2019, Life Blue Lakes è incentrato sulle acque dolci dei laghi perché riserve idropotabili ma oggi grandi ricettori di microplastiche. E sui laghi di Garda, Bracciano, Trasimeno e Piediluco e Costanza e Chiemsee in Germania, 200 comuni, operatori turistici, e aziende ora sono guidati da Carte dei Laghi e un Manifesto: 40 Comuni e 80 realtà potenziano differenziata, manutenzione delle sponde, educazione ambientale, miglioramento del trattamento delle acque.
Per la industry, poi, una campagna ha coinvolto in un protocollo 20 aziende europee di cosmetici, abbigliamento outdoor e pneumatici, i maggiori responsabili della contaminazione. Più reattiva è stata l’industria dell’abbigliamento outdoor, riluttante finora quella cosmetica, in attesa di un quadro giuridico dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche che ha già peraltro stimato in 145mila tonnellate l’utilizzo annuo di microplastiche nei prodotti. Questa, l’emergenza microplastiche che minaccia le nostre acque.
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