”L’iniziativa del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, di istituire il ‘bollino blu di affidabilità fiscale’, di fatto sancisce una nuova e migliore considerazione verso i contribuenti virtuosi, riconoscendoli come interlocutori e non più come semplici contributori”. E’ quanto si legge in una nota di Federcontribuenti che da tempo ha avviato con il ministero dell’Economia, e con l’onorevole Leo, in particolare, ”una proficua interlocuzione”, non può che ”plaudire a questa iniziativa destinata ad avere effetti proficui e duraturi, riconoscendo ai contribuenti che hanno adempiuto correttamente alla normativa un ‘titolo’ di merito, che peraltro la Federazione da tempo sollecitava”.
”Significativo, ad avviso di Federcontribuenti, il fatto che ”bollino blu di affidabilità fiscale” di fatto ”crei una distinzione tra i contribuenti, valorizzando, dice la disposizione, quei soggetti alla disciplina degli indicatori sintetici di affidabilità fiscale che hanno conseguito un punteggio pari almeno a nove, negli ultimi tre periodi d’imposta precedenti a quello di proposizione del ricorso”.
”Una scelta di equità, quella del ministero dell’Economia e Finanza, che – conclude Federcontribuenti – rende più chiari, e quindi, migliori i rapporti tra contribuenti e Amministrazione, che oggi riconosce meriti e affidabilità”.
Da tempo, con le iniziative dell’associazione, la denuncia di una “pressione fiscale alle stelle, ma anche di norme complesse e spesso incomprensibili, contraddittorie e di burocrazia ingestibile. Dalle ultime rilevazioni effettuate dalla Banca Mondiale, il tempo che si richiede per dare corso agli adempimenti fiscali in Italia è in media di 238 ore l’anno, contro le 82 che si impiegano in Irlanda, o le 139 in Francia, tanto per fare un esempio”.
”In ore lavorative – spiegano i due esponenti dell’ associazione dei consumatori – è come se un imprenditore o un professionista dovesse smettere di lavorare per un mese all’anno solo per dedicarsi agli adempimenti burocratici necessari per poter adempiere ai suoi obblighi fiscali.
Questo mostro, nel corso degli anni, ha generato oltre mille miliardi di debiti fiscali insoluti che il braccio armato del fisco, ossia l’Agenzia della riscossione (altro mastodonte burocratico che assorbe più risorse di quelle che riesce a generare), non riesce a recuperare e di cui, secondo le stime della stessa Agenzia, è plausibile che sia possibile recuperare solo un risicato 10%”.