Tajani scomunica Le Pen: “Invitata dalla Lega, non dal governo”
ANTONIO TAJANI MINISTRO DEGLI ESTERI MATTEO SALVINI MINISTRO INFRASTRUTTURE
Antonio Tajani prende le distanze da Marine Le Pen e dalla Lega. La decisione di invitare a Pontida la leader del Rassemblement National ha sollevato più polemiche che consensi. Almeno nel governo. Al punto che il vicepremier e presidente di Forza Italia ha ritenuto opportuno marcare le distanze tra il governo e uno dei partiti che ne esprimono la maggioranza in Parlamento. Direttamente da New York, dove Tajani in veste di ministro degli Esteri italiano partecipa alla cerimonia di apertura della 78esima assemblea generale delle Nazioni Unite, arriva la presa di distanze: “Il governo non c’entra assolutamente nulla. Le Pen è stata invitata da un partito politico: la Lega, che è libera di invitare chi vuole alle sue manifestazioni. Le Pen non è mai stata invitata dal governo”.
Tajani sa che le polemiche potrebbero non solo creare un nuovo fronte in Europa ma, soprattutto, è consapevole della necessità che Forza Italia ha bisogno di rimarcare le distanze rispetto a una destra che non sente vicina alle sue posizioni. In particolar modo sull’Unione europea: “Noi popolari europei non abbiamo nulla a che vedere. Noi siamo europeisti convinti, crediamo che l’Europa debba essere rafforzata, crediamo nelle istituzioni comunitarie pronti anche a criticarle quando fanno cose che non vanno bene”.
Proprio mentre Tajani prendeva le distanze da Marine Le Pen, Salvini la “accomunava” alla premier Meloni nello sforzo per contenere l’immigrazione che preme alle frontiere dell’Italia e dell’Europa. “Noi a Pontida con Marine e Giorgia a presidiare Lampedusa è il simbolo di un governo che ha lo stesso obiettivo”. Il governo avrà lo stesso obiettivo, i partiti che compongono la maggioranza e l’esecutivo, evidentemente, hanno aspirazioni differenti. Incombe la campagna elettorale e tra meno di un anno i cittadini torneranno al voto per il rinnovo del Parlamento europeo. E ogni partito, da sinistra a destra, sa benissimo che si tratta di un appuntamento fondamentale capace di creare equilibri nuovi e di scompaginare, potenzialmente, quelli usciti fuori dalle urne di un anno fa.
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