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Meloni – von der Leyen a Lampedusa: subito una missione navale

di Angelo Vitale -


Migranti, subito una manovra più stringente con misure più efficaci per il rientro degli immigrati nei Paesi di provenienza, in assenza di asilo. E subito una missione navale più ampia definita dall’Europa. Queste le decisioni concordi annunciate al termine della visita lampo della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e della premier Giorgia Meloni a Lampedusa. All’isola anche una promessa: quella dello sgombero annunciato ai cittadini, da giorni in protesta per la situazione divenuta invivibile fuori e dentro l’hotspot destinato ai migranti.

Durata circa tre ore la visita di Giorgia Meloni e della  presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, atterrate con l’aereo di Stato all’aeroporto di Lampedusa dove sono state accolte dal prefetto di Agrigento Filippo Romano e dal Governatore siciliano Renato Schifani. Meloni e Von der Leyen erano accompagnate dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson. La prima tappa, verso l’hotspot di Lampedusa.  Ma subito, un fuori programma, Dopo l’arrivo in aeroporto il corteo passando da via Roma è stato fermato da un gruppo di cittadini e le due presidenti sono scese dall’auto. I cittadini, guidati da Giacomo Sferlazzo, hanno lamentato le condizioni dell’isola. E la premier ha detto: “Stiamo lavorando per voi, anche le istituzioni europee sono oggi qui per voi”. chiedendo una nota “in cui siano chiarite le problematiche dell’isola”.

All’interno dell’hotspot, nessun incontro con i migranti: qualcuno di loro ha protestato. Di seguito, la visita al al molo Favaloro, dove avvengono gli sbarchi, con gli amministratori locali a chiedere che venga sgomberato: ” Abbiamo chiesto alla premier di intervenire al più presto per fare ripulire la zona del ‘cimitero dei barchini’. Mi ha detto che nell’arco di 4-5 giorni verranno tolte quelle barche, perché anche i pescatori sono in difficoltà”. Così il vicesindaco di Lampedusa, Attilio Lucia, ricevendo da Meloni la conferma a un impegno per l’isola, già reso noto con il via a risorse per 45 milioni.

Infine, il punto stampa all’aeroporto: “La presidente Von der Leyen ha subito accolto l’invito a venire a Lampedusa – ha detto Meloni -. Ma io non considero questo un gesto di solidarietà, ma un gesto di responsabilità dell’Ue verso se stessa, perché questi sono i confini dell’Italia ma anche dell’Europa. Siamo di fronte a una portata tale di flussi che se non lavoriamo insieme sul contrasto dei migranti irregolari i numeri travolgeranno prima gli stati frontiera e poi tutti gli altri. E’ un problema che inevitabilmente coinvolge tutti e va affrontato da tutti e la presenza di Von der Leyen è un segnale di consapevolezza”.

Poi, l’annuncio di misure adottate presto in Italia: “Confermo che nel Consiglio dei ministri di domani porteremo la norma per estendere al massimo consentito delle regole europee il trattenimento ai fini del rimpatrio di chi arriva irregolarmente in Italia, raccomandando al ministero della Difesa di attivarsi immediatamente per realizzare le strutture che sono necessarie”.

“Servono soluzioni serie, complesse, durature – ha aggiunto –  e che tutti lavorino nella stessa direzione. Non avrebbe senso che una parte si impegna per trovare soluzioni e un’altra parte che per ragioni ideologiche si impegna per smontarle. Continuo a dire che di fronte ai flussi di migranti irregolari non risolveremo mai il problema parlando di redistribuzione. L’unico modo di affrontare seriamente il problema è fermare le partenze illegali. Questo è quello che ci chiedono i cittadini, ma anche i rifugiati”.

“L’Italia può contare sull’Ue”. In italiano, nella conferenza stampa, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ribadendo che il contrasto all’immigrazione “è una sfida europea che richiede una risposta europea. Ed è con azioni concrete, con solidarietà e unità, che possiamo portare a cambiamenti. Per questo, l’Italia può contare sull’Unione europea. E’ necessario offrire una risposta coordinata, all’emergenza dei migranti, da parte delle autorità italiane ed europee. Abbiamo un obbligo, come parte della comunità internazionale. Lo abbiamo fatto in passato, lo facciamo oggi e lo faremo in futuro. Ma saremo noi a decidere chi entrerà nell’Unione europea e in che modalità, non i trafficanti di essere umani”.

Poi, dalla premier italiana, il riferimento all’ampliamento dell’azione congiunta europea e internazionale sul tema migranti: “Servono strumenti più efficaci di rimpatrio dei migranti illegali che vengano messi in campo dall’Unione europea e non dai singoli stati nazionali. Credo anche, e ne parleremo in settimana, che un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite sia assolutamente necessario”.

Parlando di soluzioni, poi, ha citato “le proposte che l’Italia porta avanti dall’insediamento del nuovo governo, sui cui abbiamo trovato un lavoro comune con la presidente della Commissione europea”. E ha parlato di “accordi strutturali con i Paesi del Nord Africa per fermare le partenze e anche per evitare il dramma delle morti in mare” ma anche di “lotta più incisiva contro i trafficanti di esseri umani, anche uniformando le legislazioni dei paesi coinvolti, e abbiamo organizzato la Conferenza su sviluppo e migrazioni anche per lavorare su questo fronte” e “quote di immigrazione legale concordate soprattutto con i Paesi che collaborano al contrasto della migrazione illegale” oltre a una “efficace missione europea navale per contrastare gli scafisti e le partenze irregolari” e infine “strumenti più efficaci di rimpatrio dei migranti illegali che vengano messi in campo dall’Unione europea e non dai singoli stati nazionali”. Con un riferimento alla necessità di diversificare gli interventi: “Ho sempre ritenuto che i percorsi di gestione dei migranti dovessero essere diversi, tra gli uomini soli in età da lavoro, e i minori con meno di 14 non accompagnati e le mamme”.

Dalla von der Leyen, un piano di azione in dieci punti per sostenere l’Italia nell’affrontare l’emergenza dei migranti, anticipando fra l’altro una missione della vice Presidente Schinas nei Paesi di provenienza dei migranti, nel quadro dello sforzo, definito dal terzo punto del piano, di operare per il veloce ritorno dei migranti che non hanno diritto all’asilo nei loro Paesi. La missione di Margaritis Schinas avrà quindi come obiettivo quello di parlare con i rappresentanti dei Paesi di origine dei flussi migratori per assicurare la loro cooperazione su questo fronte.

Dalla Meloni, il riferimento alle azioni intraprese in Europa: “Ho parlato al telefono, dopo avergli mandato una lettera, con il presidente del Consiglio europeo Michel. Sto aspettando risposta ufficiale, ma sono ottimista sul fatto che se ne discuterà. Anche perché in questi giorni ho parlato con tantissimi dei leader del Consiglio europeo e sono tutti molto sensibili a una materia che capiscono essere di rilevanza per ognuno di noi. Sul tema della Tunisia noi siamo per accelerare non solo l’implementazione della prima parte del memorandum, ma anche della seconda parte per un investimento in Tunisi per sostenere lo sviluppo”, ha detto. “E una cosa che va discussa secondo me anche dal Consiglio europeo è l’ipotesi di un sostegno al bilancio tunisino”, ha aggiunto. “Noi abbiamo su questo una opzione di investire delle risorse e abbiamo collegato l’accordo con il fondo monetario internazionale, ma forse l’Ue potrebbe ragionare anche di sostenere il bilancio tunisino”. “Lavoreremo con la Tunisia per l’attuazione del memorandum di intesa e per accelerare la conclusione di nuovi progetti e l’esborso di nuovi fonti”, le ha fatto eco Ursula von der Leyen.

Infine, la necessità di azioni navali più efficaci: “Per quanto riguarda la missione navale, continuo a dire quello che ho sempre detto: l’unico modo serio per affrontare questa vicenda è da una parte aiutare le autorità del Nord Africa a gestire il flusso di chi parte, e sono iniziative che vanno fatte in accordo con le autorità nordafricane. In passato sono state fatte delle missioni navali europee che hanno avuto il limite di rappresentare più un pull factor, un elemento di spinta per flussi migratori piuttosto che di blocco. Però io credo che occorra ripartire dalla seconda e terza parte missione Sophia, che non fu mai realizzata perché nella prima parte si rivelò una sorta di pull factor. Quello, secondo me è il tratto dal quale bisognerebbe partire”.

Tema sul quale concorda von der Leyen, che ha sostenuto “la possibilità di esplorare opzioni per espandere missioni navali già esistenti o per lavorare a nuove missioni nel Mediterraneo”. Il quinto punto del Piano di azione che ha presentato oggi a Lampedusa prevede proprio il rafforzamento della sorveglianza aerea e in mare con Frontex.

 

 

 

 

 

 

 

 


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