L’estate italiana del mondo al contrario
L’estate italiana del mondo al contrario – di FRANCESCA ALBERGOTTI
E anche quest’estate arroventata volge al termine. Un eroico cielo settembrino e terso sembra deciso a trattenere l’ultima luce estiva prima della comparsa dell’autunno. Autunno che dovrebbe arrivare, almeno fino a che l’incombente e imprevedibile “cambiamento climatico” non ce lo porterà via lasciandoci in bilico fra il suolo secco cimitero di castagne morte e malate e esondazioni che potrebbero allagare cantine quando non interi quartieri. Cercando di mettere da parte la meteofobia che incombe ormai inesorabile sulla nostra quotidianità scrutiamo intimoriti il cielo ancora sereno sperando che duri, intanto è tempo di ripartenza. Come ogni settembre le vacanze sono finite, i buoni propositi sono stati redatti sotto l’ombrellone o durante la passeggiata in montagna, e siamo pronti a comprare il divano nuovo , anche a rate e addirittura dagli assillanti “artigiani della qualità”, fare l’abbonamento a Dazn per vedere tutte ma proprio tutte le partite relative a qualsiasi sport praticato sulla superficie del globo terrestre, rinnovare la tessera in palestra o magari provare quel corso di tai chi, tanto poi sabato c’è il padel che tocca correre come dei matti e si suda abbastanza per tutta la settimana.
LA PASTA NERA DI JERRY SCOTTI
Per quanto riguarda le buone abitudini alimentari la vera novità è la pasta nera. La pubblicità la fa quello Scotti che non c’entra niente con il riso ma ormai, dopo tanti anni, è diventato un tutt’uno, come si dice “Nomen omen”. Ora non c’è più solo il riso nero, ma anche le pennette e gli spaghetti, stesso gusto ma formato diverso, per non annoiarsi mai. E se non si dovessero abbassare le temperature l’autunno arriverà comunque, ce ne accorgeremmo perché è travestito da stagione consona al martellante lancio di prodotti tanto sensazionali quanto introvabili, puntuale ogni fine agosto/primi di settembre a farci desiderare un anno la piadella piegata in quattro da cuocere comodamente nella tostiera e l’anno dopo il biscotto confezionato già farcito di Nutella come se prima di allora non ci avesse pensato nessuno a spalmare la crema di cioccolato fra due biscottini secchi.
Messo a punto il tran tran della settimana nel tentativo di non lasciarsi troppo tempo libero sopraggiunge comunque l’inevitabile bilancio di fine stagione, puntuale come la copertina di cotone trapuntato sul letto la prima notte di fresco: che cosa ci lascia questa estate 2023? E’ stata pienamente liberata da divieti vari e mascherine, i casi di Covid ci sono ancora ma in pochi hanno ancora voglia di parlarne, raramente si incontra qualche inopportuno nostalgico con maschera ormai stropicciata e grigiastra, al supermercato o addirittura in spiaggia, cauto a non incrociare uno sguardo che potrebbe essere “infettivo”, o magari solo vergognoso della propria ormai conclamata ossessione.
Dunque, le “donne” sono state irresponsabili protagoniste nella cronaca estiva, che siano violentate o pugnalate, avvelenate lentamente con il veleno per topi o strangolate per fare prima, violate nella loro infanzia, maltrattate o investite da un camion mentre andavano in bicicletta. Anche l’orsa Amarena era femmina, e potrebbero esser femmine anche i suoi orfani cuccioli, per ora vive e avvistate a sgranocchiare meline selvatiche nel bosco abruzzese.
Per fortuna ci sono donne sopravvissute alle ferocie di quest’estate efferata e sono le scrittrici. Nei primi 10 titoli della classifica Nielsen sono 8 i libri scritti da donne, e di questi ben due contengono la parola “donne” nel titolo, che fa pensare che siano scritti da donne che ci tengono a far sapere che nel loro libro si parla proprio di donne e non di altre cose. Al numero 1 della classifica c’è invece un uomo, un generale-scrittore, e il titolo dell’ormai famigerato saggio è “il mondo al contrario”, titolo che pare profetico di fronte a quel gineceo letterario che esonda come fece il fiume Savio a Ravenna solo pochi mesi fa, senza nessuna possibilità di essere arginato, e sembra di vederlo il generale, che scuote la testa sconcertato all’idea di essere in vetta a quel singolare esercito di femmine, proprio lui sempre stato fieramente al comando di Brigate, task force e interi reggimenti.
DA BARBARA A MYRTA
Anche per i palinsesti televisivi il fine estate 2023 è tempo di novità rivoluzionarie: la televisione trasformata in uno schizoide cubo di Rubik senza più alcun punto di riferimento. Dov’ è la Barbara? Come mai la Myrta è di pomeriggio e da quell’altra parte? E la Lucia, dov’è finita Lucia? Bianca no non può essere retequattro, forse devo cambiare le pile al telecomando che non cambia più…e Ilary… addirittura sparita Belen! Anche qui espatriate sono tutte donne, a parte Fabio che però è esule con la sua Luciana, interpreti di una ingarbugliata sostituzione etnica.
L’estate 2023 doveva anche essere quella della definitiva ripartenza del turismo. Durante la lunga pandemia il nostro passatempo preferito era stato postare e pubblicare quantità illimitate di foto e video del nostro paese, in preda a un’ossessione collettiva che ci aveva trasformato in spontanei e gratuiti social media manager dell’azienda Italia con il risultato di orchestrare una potente campagna mediatica, molto prima della venere mascherata da influencer del ministero della Santanchè. Chi poteva resistere? Chiunque avrebbe smaniato per venire nel paese più bello del mondo. E finalmente si riapriva prepotentemente il mercato interno, perché mai andarsene da qui se abbiamo la fortuna di vivere immersi nel “luogo del desiderio” del mondo.
ALTRO CHE ITALO DISCO
I dati snocciolati da entusiaste associazioni di categoria e ottimisti centro studi prevedevano picchi decisamente superiori a quelli dell’ultima estate pre-pandemia, il 2019. Avevamo anche già pronto il tormentone estivo con esplicita assonanza al nostro paese –Italodisco- dei Kolors. Poi, fra incendi dolosi e non e bombe d’acqua, aeroporti in fiamme e voli cancellati, trombe d’aria e grandinate, record storici di caldo, prezzi alle stelle non è bastata la superluna blu di agosto a ripianare il tracollo dell’estate. Vero è che i miliardari del mondo pareva si fossero dati appuntamento qui, chi sotto i faraglioni chi al riparo in una caletta ligure, ma purtroppo i gestori delle pensioni a conduzione familiare, degli alberghi e degli stabilimenti balneari disseminati lungo la costa quei miliardari non li hanno mai visti, e se li hanno incrociati anche solo per caso non se ne sono accorti. Loro avevano troppo da fare nel tentativo di recuperare il personale introvabile, pagare le bollette un po’ meno care dell’anno precedente ma comunque esorbitanti, provare a rinegoziare i mutui con la banca, morsa anche lei dalle tasse extraprofitti sorpresina ferragostiana e origine di mal di pancia ministeriali.
E allora quasi quasi ci vado anch’io da quei molesti di artigiani della qualità, voglio il divano più comodo che hanno , non mi importa di che colore. Tanto me lo porto a casa, mi chiudo lì dentro al buio , mi accucciolo e provo a dormire e fare “ bei sogni” come consiglia Gramellini (anche lui emigrato in altra rete anche se uomo) . Cercherò di sognare di non essere prima o poi uccisa solo perché componente di categoria a rischio e non ancora sufficientemente protetta, di non affogare travolta da una piena o soffocare fra i fumi di un incendio divampato all’improvviso, di non dover mai trasferirmi a Caivano né di sbagliare uscita sul raccordo e ritrovarmi persa a Tor bella Monaca, di non dover essere su un treno notturno che potrebbe travolgere operai al lavoro sui binari, di non essere il passeggero di un aereo che viene buttato giù da un razzo, e dopo 43 anni ancora non si sa chi quel razzo l’abbia lanciato.
Eccolo il vero “mondo al contrario”, quello dell’estate 2023.
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