Per Abbonati

Diana Spencer: morte, mito e misteri – il libro di Annalisa Angelone

di Redazione -


Venerdì libri – Diana Spencer: morte, mito e misteri – il nuovo libro di Annalisa Angelone

di ANGELA ARENA

In occasione di “Un Borgo di libri”, venerdì 8 settembre Annalisa Angelone ha presentato il suo nuovo libro Diana Spencer, Morte, Mito e Misteri. “Non me ne andrò in silenzio”, è con questa citazione di Lady D, impressa tra il prologo e la dedica (rivolta alla madre Emma), che si apre Diana Spencer, Morte, Mito e Misteri, il nuovo libro con cui la giornalista Rai, al di là di ogni ipotesi complottista, si propone di dipanare il giallo che avvolge la prematura scomparsa della “principessa triste”, incollando il lettore dalla prima all’ultima pagina. Una citazione, che a 26 anni da quel tragico impatto contro il tredicesimo pilone nel Tunnel dell’Alma a Parigi, in cui persero la vita Lady Diana e il suo compagno Dodi Al Fayed, appare come triste presagio di una morte ancora avvolta nel mistero, racchiusa come nel Macbeth shakespeariano, tra due verità contrapposte: quella ufficiale dei processi e quella delle numerose inchieste giornalistiche.

Secondo la giuria popolare inglese si trattò di omicidio colposo, un “banale” incidente d’auto causato dai flash dei paparazzi e da un autista “ubriaco come una spugna” a determinare lo schianto nell’agosto del ’97. Già nell’introduzione del suo certosino lavoro, l’autrice si sofferma sulla figura dei cosiddetti paparazzi e sottolinea come nel processo del 2008 si scelse di sostituire questo termine con “veicoli che seguivano”. Così facendo, pone in evidenza le inesattezze emerse dalle indagini. Una contro narrazione, quella di Angelone, che sostenuta dal vaglio di centinaia di fonti e da anni di studio, non si limita a confrontare i soli atti giudiziari, ma analizza anche quelle che nel libro vengono indicate come le premonizioni della principessa Diana, che temendo l’establishment affermava: “Proveranno ad uccidermi in un incidente di elicottero o in automobile, quando i miei figli non saranno con me”. Il testo mette in luce il ruolo umanitario che la stessa Diana ha più volte ribadito di voler ricoprire dopo la sua separazione dal Principe, oggi Re Carlo, ponendo in risalto la forza con cui la principessa si è battuta nella campagna contro le mine antiuomo.

“La mina è un assassinio silenzioso perché continua ad uccidere anche dopo che la guerra è finita, ma non uccide i militari che sanno più o meno dove sono dislocate, uccide i bambini che vanno a prendere l’acqua”, dichiarava, producendo un copioso dossier, mai ritrovato sul tema, dal titolo “Profiting out of misery” (far soldi sulla miseria). Anche il Guardian, ebbe delle carte riservate di provenienza americana, e titolò “Gli Stati Uniti temevano la campagna di Diana contro le armi”. Nella sua ultima estate Diana era divenuta scomoda perché moltiplicò con coraggio il suo impegno per i più fragili, spendendo la sua popolarità immensa, sfidando i poteri forti “I will name the names” (“farò i nomi”), diceva, consegnando al mito un’icona del coraggio femminile. Una favola tragica delle cui contraddizioni l’autrice ha parlato nell’ambito della VI^ edizione della rassegna letteraria e culturale “Un Borgo di libri”, promossa dal Comune di Caserta dal simbolico titolo “Le rivoluzioni: i rivoluzionari sono ladri di lune”.


Torna alle notizie in home