Attualità

Cornuti e integrati

di Tommaso Cerno -


Ma non vi sentite anche voi cornuti e integrati? Se sei islamico puoi picchiare tua moglie. E’ ovvio che tutti si indignano. Però la domanda vera è: come è possibile che tutto questo stia succedendo in una democrazia. Succede perché noi non consideriamo il problema vero. La nostra integrazione è fallita, questo non lo dico io, lo sanno anche i muri, basta uscire di casa e guardare in che stato è ridotto il Paese.

Ma quello che non avevamo pensato è che mentre noi non riuscivamo a integrare loro, loro potessero arrivare ad integrare noi, facendoci vedere quanto il nostro sistema legislativo se interpretato sul piano ideale abbia spazio per una libertà individuale ben più grande di quanto consenta la realtà di ogni giorno. E così succede che chi picchia la moglie per motivi religiosi non diventa un non violento per motivi democratici, ma anzi pretende che la democrazia in virtù della sua universalità giustifichi e spieghi quello che è semplicemente un crimine inserendolo nella ambigua e molto comoda classificazione delle culture diverse.

Significa che o corriamo ai ripari al più presto o ci troveremo nella situazione assurda per cui dobbiamo dibattere noi sulle ragioni per cui quel sistema di valori che avevamo costruito improvvisamente come un motore ingrippato dà risposte sbagliate a problemi giusti. Questo succede quando la distanza tra la teoria e la realtà è diventata abissale. E lo è il tema di integrazione culturale ormai da troppo tempo. Con l’unico effetto di ricreare delle condizioni di tensione che dal dopoguerra in poi non erano mai state così forti nel nostro Paese e dare la colpa al presunto razzismo di quegli stessi italiani che fino all’altro ieri razzisti non erano.

Invece che darla a chi ha smesso di controllare l’effetto dei fenomeni che produceva. Se non facciamo attenzione, ridotti come siamo a litigare su tutto, anche sul colore dell’aria, prima o poi finirà che qualcuno comincerà a difendere la capacità delle nostre leggi di dire che è uguale ciò che è palesemente diverso. E le nostre leggi lo possono fare proprio perché contengono in sé una universalità che può spingersi fino alla tutela di ogni dettaglio dell’individuo, perché sottintendono, chiuso bene dentro la Costituzione, che alla base di quel diritto c’è un patto sociale che cancella trasformando in crimine qualunque cosa sia difforme dal rispetto dell’altro.

Finirà che saremo noi a giustificare quella violenza, dimostrando che è molto più difficile per chi è figlio di culture meno evolute, perché tali sono le culture dove la violenza è giustificata, evolversi dentro un luogo aperto come l’Occidente di quanto sia per noi difficile aprire gli occhi di fronte alla realtà e chiamarla col suo nome: il fallimento dei nostri distinguo di fronte alla realtà.


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