Esteri

Kim sempre più pericoloso: “Putin vincerà la sacra lotta contro l’imperialismo”

di Adolfo Spezzaferro -


Il leader nordcoreano Kim Jong-un rivolto a Vladimir Putin si schiera nettamente con Mosca per “combattere l’imperialismo” sul fronte del Donbass: “Sono convinto che l’esercito e il popolo russo riporteranno una grande vittoria nella sacra lotta per difendere la sovranità statale e la sicurezza nella lotta contro le forze egemoniche che si oppongono alla Russia”. Mosca punirà “l’accozzaglia del Male che vuole l’egemonia e nutre illusioni di espansione”, assicura il leader della Corea del Nord. Il presidente russo ha bisogno di munizioni per continuare a mettere pressione sull’esercito ucraino, Kim aspira a potenziare e migliorare la propria batteria di missili capaci di trasportare anche testate nucleari. Se andiamo a stringere, è ciò che spiega il luogo scelto per l’incontro: il cosmodromo di Vostochny, in Russia, dove è presente anche un sito di assemblaggio e lancio di razzi.
Non solo armi, ma collaborazione economica, militare, sulle esplorazioni spaziali sono i temi affrontati nel bilaterale. Ma sullo sfondo rimane il tema principale, quello caro non solo ai due Paesi, ma anche alla Cina e ad altre potenze emergenti: rafforzare il multilateralismo, ora che l’egemonia degli Stati Uniti sta vacillando sempre di più.

Kim e Putin, un’alleanza pericolosa anche nell’Indo-Pacifico

Nello specifico, Putin e Kim “hanno ispezionato i siti del nuovo cosmodromo: un’officina di assemblaggio per il lanciatore Angara (la nuova generazione di razzi russi, ndr), un sito di lancio per i lanciatori Soyuz-2 e un sito di lancio in costruzione per Angara”, ha dichiarato il Cremlino in un comunicato. Mosca si è impegnata ad aiutare la Corea del Nord a costruire satelliti. “È per questo che siamo venuti qui”, ha detto il leader del Cremlino.
Un’alleanza che avrà un peso non indifferente nella crisi in atto nell’Indo-Pacifico, dove Taiwan rivendica l’autonomia della Cina, forte della difesa militare assicurata dagli Usa. In questa ottica, le uscite di Kim non devono più essere sottovalutate o ridotte a “deliri di un dittatore”.


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