La strategia per le europee e la teoria del polpo
Il polpo si deve cuocere nella sua stessa acqua. I colonnelli dem vogliono che Elly ci metta la faccia e s’intesti la battaglia per le europee. Così, in caso di sconfitta, avrebbero l’alibi per mandarla a casa. La vita, d’altronde, insegna che non c’è due senza tre. Ecco perché i riformisti vorrebbero utilizzarsi la corsa per Bruxelles per sbarazzarsi del tutto di Schlein e i suoi compagni. L’avvertimento del veterano Nicola Zingaretti, il quale sogna di guidare i rossi d’Europa, vale più di mille parole. “Con questa – dice lontano dai microfoni – non arriviamo neanche al 17 per cento”. Nel caso in cui non dovesse essere raggiunta questa soglia, tutti sanno che alla segretaria toccherà la stessa sorte dei suoi predecessori Veltroni e Letta, per cui l’appuntamento continentale si rivelò fatale. Allo stesso tempo, però, Schlein sa benissimo che una forza senza un leader difficilmente va lontano.
Ecco perché la sardina è pronta a rischiare tutto per il suo piano. La vincitrice delle ultime primarie, d’altronde, sembra avere nella testa uno schema: utilizzare ogni energia a disposizione per toccare soglia 23 per cento. In questo modo il Pd potrebbe staccare di una decina di punti il Movimento 5 Stelle e aprire così una fase 2 senza gregari, dove Elly è la regina indiscussa della nuova federazione di sinistra che alle prossime politiche proverà a contrastare Meloni. Sulla carta la strategia è perfetta. Tra il dire e il fare, però, c’è il mare.
Considerando le recenti sconfitte, non si potranno raggiungere determinate percentuali con Gribaudo capolista al Nord-Ovest, Bonafoni al Centro e Ruotolo al Sud. Sarebbe, al contrario, l’ennesima Caporetto. Per tale ragione, la ragazza che ha come riferimento Iotti sa di dovere mette da parte i coltelli per chiedere a tutti il massimo sforzo. Si può vincere solo con i voti pesanti di Nardella a Firenze, Emiliano in Puglia e Bonaccini in Emilia Romagna. Non basta candidare nel Mezzogiorno il De Caro di turno o presentarsi nella capitale con le solite battaglie femministe della Boldrini. Serve, invece, chi è in grado di aggregare, di mettere insieme truppe diverse.
Le correnti sanno benissimo di avere sotto scacco la nuova regina del Nazareno e riprendersi quanto gli è stato tolto. Tra questi ci sono i viceré del Sud che vogliono tornare a essere centrali nelle decisioni, gli ex renziani vicini al ministro Guerini che intendono sfruttare ogni occasione possibile per mettere ai margini gli ex Pci, ora padroni, i franceschiniani stanchi di portare l’acqua al mulino e le posizioni minorante, come De Micheli e Cuperlo, pronte a sfruttare l’occasione per dimostrare la loro esistenza. Ognuno, insomma, vuole sfruttare il momento per ritagliarsi il proprio orticello e far cuocere, come detto in precedenza, il polipo con la sua acqua. Ecco perché un veterano come Boccia e non un improvvisato, come l’Alivernini di turno, consigliano all’inesperta di Elly di tenersi stretto quel poco che si ha e di non andare oltre.
Chi troppo vuole, dice l’antico detto delle nonne, nulla stringe, a maggior ragione in un periodo in cui il vento non sembra tirare a favore. Errore, poi, sottovalutare i pentastellati, che quando non ci sono enti locali per mezzo si trasformano. Conte è bravissimo a risorgere. Questa volta potrebbe avere anche un alleato nascosto e ci riferiamo a quella Giorgia, con cui di giorno litiga e di notte fa l’amore, politicamente parlando. Schlein, quindi, si trova di fronte all’ennesimo bivio. Dovrà scegliere se rischiare ogni energia a disposizione per diventare leader indiscussa della coalizione o tenere a bada quei volponi, che preferiscono restare in disparte per poi puntare il dito, in caso di sconfitta, verso chi ci ha messo la faccia.
Harry Potter insegna che sono le scelte che facciamo che dimostrano chi siamo. Non basta indossare un foulard o intonare la solita Bella Ciao. Salvaguardando l’orticello, Elly potrebbe, infatti, ritrovarsi dalla sera alla mattina senza quel popolo ambientalista, di sinistra-sinistra che davvero credeva di poter finalmente dettare la linea. A questi signori poteva star bene arrivare secondi dietro la grande Balena Bianca della Dc, ma non farsi dettre l’agenda a un Movimento grillino, che il giorno dopo la vittoria potrebbe allearsi pure col diavolo in cambio di qualche poltrona.
Questi signori, d’altronde, a parte il solito Landini, anche lui in cerca di risposte in vista delle europee, non hanno una storia a cui dar conto o un fondatore a cui ubbidire a tutti i costi. Lo stesso santone Grillo sembra non essere più ascoltato dai suoi. Non è un caso che ci sarebbe più di qualche parlamentare pentastellato che non gli vorrebbe dare neanche lo stipendio da consulente, non considerandolo un valore aggiunto.
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