Manovra a ostacoli, il governo tra pochi soldi e tanti problemi
LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI
Manovra in corso. E non sarà semplice. I soldi sono pochi, i problemi sono tanti. Bisognerà fare una scelta. Sfogliare la margherita delle necessità, rispettando, per quanto possibile, le promesse elettorali. Il ministro Giorgetti ha già messo le mani avanti, al Forum Ambrosetti, con il discorso del mal di pancia del Superbonus. Il governo (e la maggioranza che lo sostiene) dovranno trovare una quadra. Che si annuncia, se non difficile, quantomeno impegnativa.
Giorgia Meloni ha indicato la via che intende percorrere. Salari, cioè cuneo fiscale; poi le pensioni, quelle minime da alzare; fondi alla sanità e sostegno alle famiglie. Non a caso. Si tratta di misure, almeno tre su quattro, in grado di rivelarsi, potenzialmente, dei “moltiplicatori”. Mettere soldi in tasca agli italiani vorrà dire sostenere consumi e la crescita proprio all’indomani dell’avvertimento Istat. Secondo cui la domanda interna, quella che praticamente da sola ha tenuto in piedi l’economia italiana nel periodo del duplice choc pandemia-guerra, sta vacillando. “Siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda”, ha avvisato la premier. Non tollererà giochini. Anche perché la situazione non è proprio rosea: “Il rallentamento dell’economia era stato previsto da tutti gli analisti, riguarda una dinamica nella quale l’Italia si trova coinvolta per trascinamento, di cui dobbiamo sicuramente tenere conto”. Da ciò deriva la responsabilità obbligatoria del governo: “Concentrare le poche risorse di cui disponiamo su quello che offre il maggiore moltiplicatore e su provvedimenti di alto impatto”.
Quanti fondi ha a disposizione il governo per la manovra? Il quadro, tracciato nei giorni scorsi, dal ministro Giancarlo Giorgetti è grigio. Si parla, nei corridoi dei Palazzi, di qualche decina di miliardi. Un riferimento più preciso lo ha dato, ieri a Skytg24, il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Paolo Barelli, che ha parlato di “una cifra attorno ai 25 miliardi”. Tuttavia, ci ha tenuto a precisare che si tratta di una previsione. “Tra qualche giorno, l’Eurostat darà veramente i parametri su cui si basa la crescita reale in Europa e quindi in Italia. Lì il Mef avrà la possibilità di stabilire con esattezza, insieme agli altri ministri, quante saranno le somme a disposizione”. Se le cifre fossero quelle ipotizzate da Barelli, poco meno della metà delle risorse sarebbero già impegnate. Matteo Salvini, a Dritto e Rovescio, ci ha messo la faccia: “Vogliamo confermare per tutto il 2024 l’aumento che c’è in busta paga da luglio di stipendi e pensioni. Sarà un intervento da più di dieci miliardi, non sono noccioline”. Anche il vicepremier, come Giorgia Meloni, è convinto della necessità di dover “fare delle scelte”. Ma per Salvini “l’obiettivo è pensare anche alle pensioni dei giovani, con una decontribuzione”. Forza Italia, invece, punta fortissimo sullo storico cavallo di battaglia del taglio al cuneo fiscale. Non si sbilancia troppo, almeno per il momento, il capogruppo Fdi alla Camera Tommaso Foti che, al Messaggero, ha ricordato che l’Italia deve fare “i conti con una congiuntura inimmaginabile dieci mesi fa; oltre alla prosecuzione della guerra russo-ucraina ed il caro-energia, la crisi del grano e l’inflazione, per non dire della brusca frenata dell`economia tedesca”. Tuttavia, l’esponente del partito di maggioranza nel centrodestra ribadisce che: “Le priorità della manovra sono il taglio del cuneo fiscale, aiuti alle famiglie, sostegni alle imprese e sanità. Per fare i conti dobbiamo leggere la Nadef” e che preciso impegno di Palazzo Chigi sarà quello di “dare priorità alle pensioni dei giovani”.
I problemi sono tanti, i soldi sono pochi. E occorre trovarne. Proprio in questi giorni, il Mef ha annunciato che a ottobre è prevista la seconda emissione di Btp Valore, dedicata agli investitori individuali, cioè alle famiglie. L’obiettivo sarebbe di riuscire a rastrellare qualche decina di miliardi (si punta a 15 ma il sogno proibito è incassarne almeno 20) dai risparmiatori. Sarebbe una bella boccata d’ossigeno per le Casse dello Stato che, come ha sottolineato Giorgetti, sono state letteralmente sfondate dal buco nero chiamato Superbonus. Che avrebbe finito per creare una voragine da 100 miliardi di euro. Se sarà una manovra a debito lo scopriremo, come si cantava qualche anno fa, solo vivendo. Intanto il governo deve trovare i fondi per affrontare il primo, grande, scoglio della legislatura.
Torna alle notizie in home