Esteri

Erdogan-Putin: nessuna svolta per l’accordo sul grano

di Ernesto Ferrante -


Grano, pace, energia, terrorismo: sono stati questi i temi al centro dei colloqui a Sochi tra il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan, che si sono conclusi senza la firma di alcun documento, come aveva preannunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, all’agenzia di stampa Ria Novosti.

Un’ora e mezza di dialogo fitto che non ha prodotto risultati tangibili, almeno per ora, anche se Putin ha dichiarato che “le relazioni tra la Russia e la Turchia si stanno sviluppando con successo in tutti i settori e in tutte le direzioni”, assicurando che “l’incontro è stato un successo”.
Non c’è stata la fumata bianca sulla questione più calda. “Siamo pronti a rianimare l’accordo su grano. E lo faremo subito non appena verranno soddisfatti gli accordi già presenti” e “verranno rimossi gli ostacoli sui prodotti russi”, ha detto il presidente russo nel corso di una conferenza stampa congiunta con Erdogan.
Doppia bordata all’Occidente: “Ci ha ingannato sulla natura umanitaria dell’accordo sul grano. I paesi occidentali continuano a non rispettare l’adempimento degli obblighi nei confronti della Russia derivanti dall’accordo sul grano”. “Siamo stati semplicemente costretti a ritirarci dall’accordo sul grano”, ha ribadito ancora una volta, rimarcando che “questo non ha alcuna relazione con l’aumento dei prezzi dei generi alimentari”.
Pesantissima l’accusa rivolta a Zelensky: “L’Ucraina utilizza per condurre attacchi terroristici i corridoi umanitari creati per trasportare grano. Mentre la Russia ha chiaramente fornito garanzie di sicurezza per le spedizioni nell’ambito di questo accordo sul grano, l’altra parte ha utilizzato i corridoi umanitari per attacchi terroristici contro installazioni civili e militari russe. Questo non poteva più essere tollerato”.

Incontro Putin-Erdogan: in via di definizione gli accordi sul grano con i paesi africani

Sono in via di definizione gli accordi con sei Paesi africani per la cessione gratuita di cereali: “Siamo molto vicini alla fine negoziati grazie ai quali la Russia intende fornire diverse quantità di cereali a prezzi vantaggiosi a Paesi che ne hanno bisogno”. Il leader di San Pietroburgo ha voluto ringraziare “il Qatar che è pronto a supportare i Paesi più poveri”. Confermato il grande valore attribuito alle proposte di mediazione turca per arrivare ad un cessate il fuoco in Ucraina. Sul concetto di aiuto a chi è in difficoltà si è soffermato anche il presidente turco: “L’accordo sui cereali del Mar Nero svolge un ‘ruolo chiave’ nella crisi alimentare globale. E funge da ‘respiratore” per chi è nel bisogno, come ad esempio in Africa”. Le alternative proposte non sono “sostenibili, sicure, permanenti”, ha sentenziato il “sultano”. Ankara si è detta pronta a fare la sua parte per fare in modo che Mosca e Kiev Ucraina possano avere negoziati diretti. Recep Tayyip Erdogan, ha esortato gli ucraini a fare dei passi in avanti per arrivare ad una nuova intesa: “L’Ucraina deve ammorbidire il suo approccio per rendere possibile l’adozione di passi congiunti con la Russia”.

Per l’Ue il colpevole è uno solo. “La Russia, bloccando le esportazioni di cereali dall’Ucraina in realtà guadagna, perché provoca un rialzo dei prezzi, incassando molti soldi, e nel contempo aumenta le proprie esportazioni”, ha denunciato il portavoce per gli Affari Esteri della Commissione Europea Peter Stano, a Bruxelles, durante un briefing con la stampa.
Niente di definito per quanto riguarda la creazione di un hub del gas nel territorio turco per rendere la situazione energetica nella regione più stabile ed equilibrata e compensare la perdita dei volumi che transitavano dai Nord Stream. Entrambi gli interlocutori hanno messo in vetrina solo i rispettivi “crediti” pregressi. “La Russia è sempre stata e sarà un fornitore affidabile e responsabile di gas. Intendiamo continuare a fornire all’economia turca questo tipo di carburante, altamente efficiente ed ecologico.

Inoltre, siamo pronti ad esportarlo attraverso la Turchia verso consumatori nei paesi terzi”, ha assicurato lo zar.
Nel corso del faccia a faccia, si è discusso anche dell’interscambio commerciale. “Stiamo attraversando un periodo completamente diverso nelle relazioni tra Turchia e Russia. In questo momento siamo molto contenti che il nostro volume del commercio bilaterale sia di 62 miliardi di dollari”, ha rivelato Erdogan, sottolineando che “stiamo andando verso l’obiettivo di 100 miliardi di dollari”. Messo in risalto lo sforzo congiunto per risolvere la crisi siriana. Secondo la parte russa, occorre “consolidare l’importante formato di Astana”, avviato in Kazakistan nel 2016 da Russia, Turchia e Iran. “Sono convinto che, sulla base dei risultati del colloquio di Erdogan con Putin, ci sarà un colloquio tra il presidente Erdogan e il presidente Zelensky”. Lo ha riferito il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. “C’è fiducia tra il presidente Zelensky e il presidente Erdogan”, ha proseguito il ministro.


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