Ingiustizia Fai-da-te
di TOMMASO CERNO
Devono morire gli innocenti. Gli uomini e pure gli animali, perché il Paese si indigni. E non perché non sappia di che pasta siamo fatti, basti pensare al ponte Morandi, ma perché ci si mostra in faccia una banale verita: non si stupisce nessuno. Non si stupisce di cinque operai travolti da un treno mentre lavorano sui binari. Non si stupisce che qualcuno spari a un’orsa. Perché noi siamo il Paese dove la responsabilità di tutto è sempre di altri.
Dove la vecchia regola del farsi giustizia da soli è tragicamente deteriorata nel farsi ingiustizia da soli. Tanto sappiamo che c’e un credito di sbagli, errori e omissioni al vertice delle istituzioni che ci mette a posto la coscienza. L’abbiamo visto a Caivano, dove il premier Giorgia Meloni ha detto la verità che tutti conoscevano anche prima di quello stupro del branco, e cioè che esistono luoghi in questa nostra Italia ferita in cui lo Stato non c’è. E ora il rischio è che se a Caivano davvero arriverà e le cose cambieranno, altrove altre Caivano rimarranno come sono. L’abbiamo visto a Genova, quando il Morandi ci ha gridato la sua verità e cioè che i miliardi che paghiamo per viaggiare fra i disagi in questo Paese non venivano usati per metterci al sicuro ma per fare soldi.
E lo vediamo oggi a Brandizzo dove la morte di questi cinque lavoratori finirà nel tritatutto di una lunga inchiesta giudiziaria dove si spenderanno fior di milioni per cercare di dimostrare che, come sempre succede, è colpa dei morti. Magari non ci riusciranno, ma ci proveranno. E questo perché le lacrime e l’indignazione di queste ore finiranno entro pochi giorni. A dire tanto. Poi il circo cambierà città. Come è stato per Ischia e come è stato per l’Emilia. Come è sempre. E come sarà ancora. Ed ecco che arriva qualche bellimbusto a raccontarci quella dell’orso. Anzi dell’orsa. A mostrarci quanto incapaci siamo di capire cosa ci succede intorno. Perché la verità è che non ci interessa. E così fra oggi e domani altre persone moriranno mentre lavorano. Altri lavori di manutenzione saranno rinviati. Altri ponti resteranno aperti pur sapendo che non sono sicuri. Altri quartieri saranno destinati alla criminalità, secondo il principio che meglio sapere dove che diffonderla ovunque. E altri avvocati compileranno infinite relazioni per dirci che lassù dove si sono prese certe decisioni tutto si è svolto secondo le regole.
E invece non è questa la strada del risveglio democratico. Non è così che lo Stato torna a essere fatto di cittadini e non è così che la politica ritroverà autorevolezza. E potrà smettere di inventarsi sconti e sussidi per cercare di tenersi qualche voto, a suon di soldi pubblici, l’unica strada che negli ultimi anni sembra esserci stata.
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