Politica

Battilocchio (Forza Italia): “Porte aperte per i delusi del Pds, ma niente generali”

di Edoardo Sirignano -

ALESSANDRO BATTILOCCHIO POLITICO


di EDOARDO SIRIGNANO

“La visita di Meloni a Caivano dimostra che lo Stato non arretra, ma è chiaro che le mutate condizioni possano portare a una modifica del Dl sicurezza”. A dirlo Alessandro Battilocchio, deputato di Forza Italia e responsabile del dipartimento Immigrazione del gruppo.

Ieri la premier Meloni è stata in visita a Caivano. È un punto di partenza per quanto riguarda le periferie?

La discussione è partita da tempo. Ne è un esempio concreto la commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie, approvata all’unanimità lo scorso marzo dalla Camera (Battilocchio (Fi) presidente della commissione per la sicurezza delle periferie – L’Identità (lidentita.it)). Questa ha poteri importanti di analisi, approfondimento e soprattutto di proposta. È, quindi, un segnale chiaro dell’attenzione che il Parlamento vuole dare al tema. Detto ciò, in questi mesi, non sono mancati provvedimenti ad hoc. La presenza della premier a Caivano e soprattutto le sue dichiarazioni testimoniano che si vuole continuare sulla strada intrapresa, magari investendo ancora maggiori energie e risorse.

Quali sono, intanto, i passi in avanti fatti dalla commissione?

Le audizioni sono iniziate nel mese di luglio, così come abbiamo pianificato una serie di incontri sul territorio. Vogliamo essere vicini sia alle comunità che a quelle forze di polizia che hanno il compito di rappresentare lo Stato sui territori.

Incontrando le persone, quale risulta essere il primo bisogno in quelle aree considerate marginali?

Il primo bisogno è certamente quello di sicurezza e legalità.

Siete disponibili a un nuovo Dl sicurezza?

Non è un tema che spetta alla commissione che presiedo. Faremo, invece, la nostra parte per far passare un messaggio fondamentale: lo Stato non arretra di un millimetro. Con la visita di Meloni sono aumentate le aspettative e le speranze sul tema sicurezza. Il compito della politica è non deluderle.

Su una questione così delicata, però, servono risorse, come quelle del Pnrr. Qualche malpensante dice che ci saranno tagli anche in tal senso?

Sulle periferie non sarà tagliato un euro. Abbiamo già avuto delle interlocuzioni col ministro Fitto, che tra l’altro sarà in audizione presso la nostra commissione nel mese di settembre. Abbiamo avuto, intanto, delle rassicurazioni dal sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il quale ha tracciato un quadro ben preciso su ciò intende fare il governo per rendere più sicure quelle aree dimenticate da chi ci ha preceduto.

Ci sarà, quindi, qualche modifica ai precedenti testi in materia di sicurezza?

Un Dl sicurezza va sempre rivisto tenendo conto delle esigenze del Paese. Gli sbarchi sono aumentati e ci sono dei problemi che prima non c’erano. Bisogna tenerne conto. Stiamo parlando di un qualcosa in costante evoluzione e quindi da monitorare quotidianamente. L’attenzione, però, è quella giusta e ciò mi fa ben sperare. Siamo, poi, di fronte a un esecutivo forte e a una maggioranza stabile, che ha le idee chiare su cosa intende fare sia a breve che a lungo termine. Adesso abbiamo il dovere di collaborare ed essere concreti. La commissione che presiedo, ad esempio, può essere lo strumento per trovare insieme delle soluzioni ai problemi.

Si comincerà dalla capitale, dove gli ultimi episodi di cronaca impongono un impegno al di fuori dell’ordinarietà?

La nostra sarà un’analisi a tutto campo. La prima missione esterna si svolgerà a Roma, ma ciò non significa che ci sono città di serie a e altre di serie b. Il punto di partenza saranno i grandi centri, ma non escludiamo col tempo di allargare l’orizzonte.

Fondamentale per queste riforme è la stabilità della maggioranza. Per Tajani occorre chiudere il perimetro. Il nuovo leader di Fi guarda, ad esempio, con scetticismo a Renzi. Ritiene giusto chiudere la porta in faccia a Matteo?

Forza Italia punta a diventare, per citare Battiato, il centro di gravità permanente della politica nazionale. Più che ai generali, però, ci rivolgiamo ai militanti e soprattutto agli elettori che credono, dopo aver visto il fallimento di altre esperienze, che ci possa essere un centro nel centrodestra. L’appello che lanciamo, quindi, è rivolto a tutti i delusi da altre esperienze, anche da un centrosinistra che diventa sempre più Pds. Per le energie moderate, pertanto, che vogliono entrare a far parte del nostro progetto le porte sono più che aperte, anzi spalancate.


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