Meloni a Caivano e il ritorno dello Stato “Ora qui una presenza seria”
Giorgia Meloni, a Caivano, ha portato un messaggio chiaro. Non solo la premier ha voluto riaffermare che lo Stato c’è, in un luogo fin troppo dimenticato, un avamposto della criminalità che ha fatto del paese alle porte di Napoli la più grande piazza dello spaccio d’Europa. Meloni ha scelto di accettare l’invito di don Maurizio Patriciello, il parroco anticamorra che da anni tenta di sottrarre i giovani alla droga, per sfidare i boss di quartiere e garantire che la questione non finisce qui, che spente le telecamere puntate dallo stupro del branco sulle due bambine di 10 e 12 anni si accenderanno i fari della sicurezza a Caivano. Che non vuol dire solo più forze dell’ordine, ma prevede percorsi educativi per le nuove generazioni, oggi a spasso tra le vie dello spaccio.
Giorgia Meloni a Caivano: l’incontro con don Patriciello
Giorgia Meloni, infatti, dopo essere atterrata nella mattinata di ieri nella cittadina militarizzata a seguito delle minacce social alla premier, ha preso parte al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza e poi si è diretta al Parco Verde, teatro degli abusi sulle due cuginette. Lì, nella chiesa di San Paolo Apostolo, ha incontrato don Patriciello, con il quale ha parlato a lungo, per capire fino in fondo quanto è radicata l’illegalità nel tessuto sociale. “Il territorio di Caivano sarà radicalmente bonificato”, è stata la promessa del presidente del Consiglio. “Partendo da questo territorio oggi noto per le sue problematiche”, ha aggiunto Meloni, “l’obiettivo è che domani sarà un modello: da problema a esempio”. Un traguardo difficile da raggiungere, ma la premier ha la sua ricetta. “Riapriremo il centro sportivo entro primavera”, ha garantito, sottolineando che “siamo qui per esprimere solidarietà alle vittime innocenti, ma anche per manifestare la presenza seria, autorevole, costante dello Stato che in territori come questo non è stato sufficientemente percepito e forse non sufficientemente presente”. Lo Stato, infatti, avrebbe dovuto intervenire già anni fa, all’indomani della tremenda fine della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni stuprata da un pedofilo e gettata dall’ottavo piano di un palazzo nel 2014. Giorgia ha voluto ricordare la tragedia di quel piccolo angelo e precisare che “se noi oggi siamo qui, a quasi dieci anni di distanza dalla storia terribile di quella bambina, se siamo qui oggi a condannare un episodio barbaro come quello che condanniamo significa che qui si è consumato un fallimento da parte dello Stato e delle istituzioni nonostante degli sforzi siano stati fatti”.
E ha così lanciato la sua sfida ai boss del quartiere e a tutti quei criminali che tengono ostaggio intere periferie d’Italia: “Il messaggio principale che noi vogliamo dare è che non devono esistere zone franche ed è un messaggio che noi diamo qui, ma il Parco Verde di Caivano non è l’unico territorio che versa in queste condizioni: sono molti i territori così e il messaggio è rivolto alle tante Caivano d’Italia. Bisogna dimostrare che lo Stato non arriva un giorno o due, annuncia provvedimenti e poi non è in grado di seguirli. Bisogna fare la differenza partendo da qui, fisicizzando il cambio di passo e portarlo in altre zone franche. Non è una sfida facile, ma credo sia il compito della politica”. Una politica che non può prevedere soltanto misure di ordine pubblico, ma che deve puntare su progetti educativi capaci di insegnare ai giovanissimi che c’è un’altra via, quella della legalità, e che non bisogna arrendersi al degrado sociale soltanto perché hanno avuto la sfortuna di nascere in un territorio apparentemente senza speranze. Il governo, dunque, punterà sulla scuola, per “dare risposte anche in termini di educazione”, ha assicurato la premier, “ci sono norme importanti che riguardano il tema della dispersione scolastica che mi sono state sottoposte dai procuratori e dalle procuratrici che oggi erano presenti. Credo che vadano rafforzate le norme per combattere la dispersione scolastica perché è vero che è previsto un obbligo, ma diciamo che le sanzioni per quelle famiglie che decidono di non mandare i loro figli a scuola non mi sembrano sufficienti”.
Meloni ha tra l’altro annunciato che entro la prossima primavera verrà riaperto il centro sportivo Delphinia, “quei 25mila metri quadri di struttura, da anni abbandonati, una discarica a cielo aperto, sono uno dei luoghi in cui il degrado favorisce la criminalità”. Infine un’ultima promessa, per ribadire quanto la questione Caivano non finisca con la visita di ieri. “Intendo coinvolgere l’intero governo sulla fermezza dello Stato contro l’illegalità, la criminalità, la droga. Questo territorio sarà radicalmente bonificato e vi assicuro che voi vedrete presto i frutti di questa visita del governo oggi sul territorio. Tutti i ministri verranno qui”, ha detto Meloni ai cittadini presenti. Una folla che l’ha applaudita e acclamata più volte, ma non sono mancati sparuti contestatori, i quali hanno approfittato della presenza del presidente del Consiglio per protestare contro lo stop al reddito di cittadinanza. E per tentare di ribadire, ancora una volta, che Caivano non vuole cambiare.
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