IN GIUSTIZIA – Se fosse successo oggi: Gabriella Bisi
di ELISABETTA ALDROVANDI
Architetto, giovane e vedova: era particolare la condizione di Gabriella Bisi, milanese di nascita, che lavorava nell’azienda del padre. Nonostante studiasse ancora, si era sposata giovanissima con un uomo che un destino nefasto le portò via un terribile giorno del 1978, in un incidente stradale. Ma la vita doveva andare avanti, e Gabriella cercò di mettere una toppa su quel dolore indelebile, anche godendo del mare e del sole della riviera ligure, dove andava in vacanza ogni anno, nella sua casa di Rapallo.
Così fece anche sabato primo agosto 1987, quando vi si recò per passare qualche giorno con alcune amiche milanesi. Ma la sera del suo arrivo Gabriella aveva programmi speciali: uscire a cena con il suo amante Mauro Gandini, imprenditore alberghiero di Santa Margherita Ligure, e passare la notte insieme, come raccontato da Gabriella a un’amica il mattino successivo, quando si fece accompagnare da Gandini nella villa di costei a San Lorenzo in Costa. Gabriella passò poi la giornata con le amiche, ricevendo due telefonate da Gandini, in cui l’uomo annullava il loro appuntamento serale poiché doveva uscire con la moglie.
Libera da impegni, la sera del 2 agosto, Gabriella decise di andare a cena con le amiche, ma prima volle tornare a casa sua a Rapallo per cambiarsi. Un’amica si offrì di accompagnarla, ma lei rifiutò dicendo che avrebbe fatto l’auto stop (cosa assai insolita), anche se prima si fece una doccia e si cambiò d’abito, per poi uscire diretta a casa sua verso le 19. Quella, fu l’ultima volta che Gabriella venne vista viva. La sera non si presentò al ristorante. Verso le 22 un’amica le telefonò a casa ma non rispose nessuno. Il giorno dopo Gandini cercò di rassicurarla, dicendole che Gabriella era andata a Corniglia da altri amici. Le amiche, tuttavia, non credettero a questa risposta, perché Gabriella Bisi era solita avvertire dei suoi spostamenti. Passavano i giorni e della donna nessuna traccia: il 6 agosto venne dato l’allarme per la scomparsa. Lo stesso Gandini e un’amica di Gabriella, Silvia Albini, si recarono a Corniglia dove scoprirono che non era attesa da nessuno. Le perquisizioni della polizia nella casa di Rapallo trovarono la porta chiusa non a chiave, una finestra aperta, due milioni di lire in contanti, una sveglia impostata per le 8.10, del caffè non finito: indizi che fecero pensare a una certa fretta da parte di Gabriella, probabilmente sopravvenuta, che le aveva scombinato impegni precedentemente programmati.
Giovedì 13 agosto 1987, poco più di dieci giorni dalla scomparsa, una telefonata anonima alla polizia rivelò il luogo del cadavere di Gabriella: rinvenuto il corpo, fu facile constatare che la donna era stata strangolata lì tra la sera del 2 e la mattina del 3 agosto. Dopo di che, l’assassino aveva cercato di liberarsi del corpo, tentando di bruciarlo. L’attenzione degli investigatori si concentrò subito su Gandini. L’imprenditore non nascose la relazione che lo univa alla vittima ma fu anche in grado di fornire un alibi di ferro per la serata di domenica: era a una festa in una villa di amici proprio a Santa Margherita, alla presenza di almeno venti invitati che testimoniarono in suo favore. Non trovando altri possibili indiziati e moventi, data la vita cristallina della vittima, il caso venne definitivamente archiviato il 15 agosto 1990, restando irrisolto. Una storia, quella di Gabriella Bisi, che se trasferita ai giorni nostri avrebbe avuto molte più possibilità di soluzione: basti pensare alle tracce che sarebbero state lasciate da un cellulare, alle registrazioni della video camere di sorveglianza lungo le strade, al fatto di poter essere rintracciati più facilmente proprio grazie ai dispositivi mobili. L’impossibilità o l’estrema difficoltà di individuare il colpevole di un reato dipende, a volte, anche dall’epoca in cui è stato commesso. E questo, purtroppo, è uno di quei casi.
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