Grillini e il caso Vannacci: “L’omofobia con le stellette”
FRANCO GRILLINI
di FRANCO GRILLINI
Fino al 10 agosto, data della discesa in campo, pardon, della pubblicazione su Amazon della sua ultima e si presume unica fatica letteraria “il mondo al contrario”, nessuno lo conosceva, tranne gli intimi e i sottoposti dell’Istituto Geografico Miliare di Firenze. Finora il nostro aveva osservato un disciplinato silenzio almeno per quanto riguarda il mondo della politica e della cultura, si fa per dire. Al momento in cui scrivo ci sono 130 agenzie stampa su di lui, ma siamo in calando, nei giorni precedenti abbiamo avuto picchi di 250-300 al giorno. Ormai, come ha detto giustamente il direttore di questa testata, usare l’omofobia come argomento per farsi notare è diventato un mezzo sicuro e a buon mercato per una immediata diffusione delle proprie, si fa per dire, idee. Ovviamente il Vannacci se la prende col mondo: neri, donne, ambientalisti e minoranze assortite nel mix caro storicamente all’estrema destra in cerca quotidiana del nemico. Nel Ventennio era il complotto demoplutogiudaicomassonico, oggi è la “dittatura gender”, il “pensiero unico”, il “politicamente corretto”, la “cultura Woke”, la “dittatura delle minoranze”. Cambiano i nomi ma rimane la sostanza.
Gli omosessuali non sarebbero “normali, se ne facessero una ragione”. E ci spiega che la normalità è “la consuetudine” e la “famiglia tradizionale” concludendo con il sangue che gli scorre nelle vene che discenderebbe nientepopodimeno che da Giulio Cesare. E’ qui il Vannacci tradisce tutta la sua ignoranza perché Cesare era come minimo bisex al punto che persino i suoi soldati lo prendevano in giro a proposito del rapporto con il re di Bitinia. Ma basterebbe il racconto dei vecchi gay toscani sul loro rapporto con i militari della Folgore nel periodo della leva tra cui le mitiche Glory Hole dopo l’orario di chiusura. Possibile che il nostro non ne sappia nulla? Vabbè che vigeva il si fa ma non si dice ma certe cose del sesso erano comunque di largo dominio, mi si dice che esistono persino delle foto, e non c’erano ancora i telefonini.
L’omofobia a buon mercato e a piene mani è possibile perché non esiste in Italia nessuna legge contro e, infatti, nel libro c’è l’immancabile giudizio sulla Zan accusata di logica liberticida. Si può offendere come si vuole e fino a qualche giorno fa su Amazon c’era persino il bonus cultura per questo testo per studenti e professori.
Oggi il Vannacci annuncia che non “esclude la sua discesa in politica” (LaPresse 15,51) ed ecco svelato l’arcano perché l’ambaradan aveva esattamente questo scopo. Il generale ha fatto tutto sto casino senza chiedere alcuna autorizzazione ai superiori. Ve l’immaginate se adesso con la sbandierata “libertà di opinione” ogni generale, e sono tanti, dell’esercito italiano si mette a pontificare sul mondo? Chi lo tiene più l’esercito? E a proposito della tanto sbandierata libertà di scrivere ciò che si vuole Salvini e C dimenticano che Orban ha fatto una legge che proibisce i libri a contenuto lgbt, seguito dai governatori repubblicani come Ron De Santis che ha rotto persino con la Disney, troppo filogay. E’ evidente quindi che il graduato ha già un piede fuori e tra un po’ si dimetterà per fare il leader putiniano in Italia (il nostro è filorusso, chi l’avrebbe detto?) della destra più a destra della Meloni che deve mostrare il volto moderato per costruire l’alleanza con il PPE in Europa alle elezioni del giugno ’24. E quindi dagli ai gay e alla dittatura delle minoranze che ovviamente non esiste perché semmai è vero il contrario visto che si vive in un mondo dove c’è il maschilismo assassino e l’arroganza dei razzisti.
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