Evasione, “Via ai controlli incrociati sui conti corrente”
Ernesto Maria Ruffini
“Via ai controlli incrociati sui conti corrente contro l’evasione”: l’annuncio è arrivato dal direttore dell’ Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, che in un’intervista al Corriere della Sera ha affermato: “L’archivio dei conti correnti è una risorsa fondamentale perché consente di intercettare, ad esempio, i soggetti con residenza fittizia all’estero ma che hanno conti correnti nel nostro paese”. L’obiettivo, in linea con quelli fissati dall’Ue nell’ottica del Pnrr, sarà quello di inviare tre milioni di lettere di compliance ai contribuenti: “Le prime esplorazioni basate su dati pseudonimizzati, cioè inizialmente anonimi e poi utilizzabili in base a informazioni aggiuntive, riguarderanno il 2017 e consentiranno di individuare, ad esempio, i soggetti che avevano grandi movimentazioni sui propri conti correnti ma non hanno presentato la dichiarazione dei redditi”.
Ruffini ha riferito inoltre che “è presto per fare previsioni”. Difatti lo strumento di controllo anti evasione sui conti corrente è stato messo a punto non prima di maggio scorso dopo una lunga interlocuzione con il Garante della privacy.
Ma per dare un’idea della platea che potrà essere interessata dai controlli spiega che “oltre l’80% del totale dell’evasione riguarda chi non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in modo infedele, meno del 20% la cosiddetta evasione da versamento, cioè di chi presenta la dichiarazione, ma poi non salda quando deve”.
Ruffini però non vuole avallare la solita retorica dell’italiano furbetto a tutti i costi: “Non dimentichiamo che la stragrande maggioranza dei contribuenti è onesta e paga sempre tutto, fino all’ultimo centesimo, anche se non naviga nell’oro”. Ruffini perciò sottolinea: “Se vogliamo garantire i diritti fondamentali come sanità, istruzione, ordine pubblico, servono risorse. Ed è questo che fa l’Agenzia”.
A chi prospetta l’ipotesi di un “fisco amico”, specialmente nella compagine di governo. Ruffini replica: “Il fisco non può essere amico, deve essere un corretto ed equo interlocutore”.
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