Via alla Coppa Italia, quanto vale il trofeo di riserva
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È iniziata la Coppa Italia, sponsorizzata anche quest’anno da Frecciarossa e dal gruppo Fs. Con la consueta sfida incrociata tra Serie A e Serie B. Le partite saranno trasmesse, in chiaro, da Mediaset. Che ha iniziato l’abboffata estiva di calcio precampionato mandando in onda, già da venerdì, i primi match della competizione. Il battage delle reti di Cologno Monzese punta a restituire vigore e prestigio al trofeo di scorta per eccellenza. Il Biscione ha acquisito i diritti per la Coppa Italia sborsando qualcosa come 48 milioni di euro. Ma è già partita la corsa al nuovo triennio, e la Lega ha stabilito che non vorrà scendere sotto i 62 milioni per il periodo che andrà dal 2024 al 2027. Le cifre sono eloquenti. Se per il campionato la richiesta dei club è superiore al miliardo di euro, per la Coppa Italia basta una cifra molto più ragionevole.
La Coppa Italia, pur essendo una competizione con oltre un secolo di storia, non sembra richiamare il pubblico delle grandissime occasioni. Sarà perché è una Coppa nazionale come tante altre, dunque non ha il fascino della sfida europea; sarà perché i club più titolati la “utilizzano” per fare turnover, al punto che persino i videogiochi di calcio come Pes consigliano di far riposare i titolari nei match di Coppa; sarà, molto probabilmente, perché non è la Fa Cup e che le squadre italiane, specialmente le più grandi, hanno dimostrato da anni di non avere la minima intenzione di fare come i club inglesi più titolati. Capaci di sorbirsi trasferte nei più sperduti villaggi del Colchester pur di tenere in vita una competizione e, soprattutto, il grande movimento del calcio minore britannico. Inoltre c’è la questione delle otto teste di serie che non dovranno prendersi la briga di sgomitare fin dalle fasi iniziali del torneo ma che saranno inserite nel tabellone dagli ottavi in poi. Insomma, tutto il contrario dell’egalitarismo sportivo che vige in Inghilterra se si parla della Fa Cup.
Quest’anno, ai nastri di partenza, ci sono le venti squadre di A, diciotto club di B (assenti Lecco e Reggina) e sei di C. Quarantaquattro squadre pronte a darsi battaglia, senza farsi troppo male ché non si sa mai perché il campionato è lungo, per raggiungere la finale che, anche quest’anno, si disputerà, il 15 maggio prossimo, all’Olimpico di Roma. Con tanto di inno nazionale ed esibizioni pop in pieno stile Superbowl, come da prassi degli ultimi anni. L’ultima finale ha fruttato 7,5 milioni all’Inter vincitrice e cinque alla Fiorentina finalista sconfitta. L’incasso, al botteghino, è stato di 5,15 milioni, diviso equamente tra i club con una percentuale del 10% finita nelle casse della Lega Calcio.
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