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Ai Master di Toronto sta vincendo la mediocrità

di Redazione -


di RAPHAEL D’ABDON

Doppia notte dei lunghi coltelli al Master 1000 di Toronto. Tra primo e secondo turno uscita di scena per Tsitsipas (testa di serie n. 4), Rune (5), Rublev (6), Tiafoe (9), Auger-Aliassime (10), Norrie (11), Zverev (13 e fresco vincitore del 500 di Amburgo) e Coric (14). A questo elenco di trombati illustri è doveroso aggiungere anche Evans (neocampione di Washington) e il nostro Sonego, maltrattato da Murray, giocatore ampiamente alla sua portata. Il panorama tennistico attuale offre solo due certezze (Alcaraz e Djokovic) e mezza (Medvedev) e chi lo osserva da vicino ha imparato a non stupirsi di fronte a queste stragi di presunti favoriti: scenari apparentemente illogici, ma già visti spesso in passato e sicuramente destinati a ripetersi in futuro.

Questo perché la mediocrità, anche al Master 1000 di Toronto, è la norma e non l’eccezione nel tennis di vertice: un giudizio che può sembrare severo e suonare come un ossimoro ai meno attenti, ma che viene confermato in quasi ogni competizione dai verdetti del campo. Al di fuori delle tre mosche bianche sopraccitate, nessun top 20 possiede tenuta di gioco costante e solidità fisica e mentale (le qualità precipue dei fuoriclasse) e questo limite li espone costantemente al rischio di essere impallinati dal primo che passa. Un dato consolidato che, se da un lato rende i tornei più imprevedibili, dall’altro ha livellato la qualità del gioco verso il basso in maniera allarmante. Basti pensare che in questo torneo le cose migliori finora le hanno fatte vedere due veterani come Gael Monfils e Milos Raonic; il francese è uno dei giocatori più spettacolari ed eccitanti della storia del tennis, ma attualmente occupa il n.  276 (!) del ranking, è stato assente dal circuito per parecchi mesi ed è sull’orlo del ritiro.

Il canadese è stato finalista a Wimbledon e n. 3 del mondo nel 2016, ma al momento è n. 545 (!) della classifica ed è tornato solo recentemente in campo dopo una pausa di due anni nella quale aveva di fatto appeso la racchetta al chiodo e buttato su quasi 20 kg… E in tutto questo marasma, cosa combinano gli italiani? Oltre a Sonego, fuori subito anche Arnaldi e Berrettini, il primo spazzato via da Medvedev, il secondo da Sinner in un derby senza infamia e senza lode, giocato male da entrambi. Con l’altoatesino rimane in corsa anche Musetti, che però oggi si trova davanti Medvedev in un match sulla carta proibitivo. Per Sinner invece nessun avversario di rilievo fino alla semifinale, dove dovrebbe attenderlo Alcaraz: saprà approfittare della sorte amica o andrà ad allungare la lunga lista dei top 20 di cartapesta rispediti a casa prematuramente?


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