Tiberio Timperi cambia casa: adesso sono “I Fatti Vostri”
Tiberio Timperi cambia casa: adesso sono “I Fatti Vostri”. Il popolare conduttore attualmente alla guida di Uno Mattina Estate si racconta a L’Identità con i nuovi progetti per la prossima stagione Rai.
di LORENZA SEBASTIANI
Tiberio Timperi ha il cosiddetto ‘potere dell’esperienza’. Chiacchierare con lui è come dialogare con un pezzo di tv, diventato, negli anni, specchio di epoche che cambiano.
Al timone di Unomattina Estate su Rai1, con Serena Autieri e Gigi Marzullo, affronta dal lunedì al venerdì tre ore di diretta quotidiane. Un bell’impegno, «anche se abbiamo ormai scavallato», per dirla alla sua maniera. Cioè ha ormai raggiunto più della metà delle puntate previste per l’edizione estiva del noto programma e si avvicina al nuovo impegno che lo aspetta a settembre, I Fatti Vostri, storico format di Rai2 che per Timperi ha il sapore di una promozione. Intercettato a La terrazza della Dolce Vita, la nota kermesse ideata e condotta da Simona Ventura e Giovanni Terzi al Grand Hotel di Rimini, il conduttore ha raccontato come la Romagna sia la sua seconda casa, meta di relax e tempio di prime avventure.
Come sta vivendo la diretta quotidiana a Unomattina Estate?
«Gli ascolti ci assistono, a Viale Mazzini sono contenti. Ci approcciamo alla notizia in maniera diversa, cercando di informare senza stuzzicare la morbosità della gente. È un programma di cui, qualitativamente parlando, non mi vergogno. C’è un bel gruppo di lavoro, ci si confronta e si sceglie insieme la strada»
Che emozione prova all’idea di condurre da settembre I fatti vostri?
«Mi ero adagiato in una sorta di comfort zone in questi anni, che mi ha permesso di fare tanto altro. Per Unomattina In Famiglia lavoravo praticamente solo due giorni a settimana, avevo molto tempo per me. Questo nuovo ingaggio è arrivato in “zona Cesarini” quando non l’aspettavo più. Guardavo I Fatti Vostri quando conducevo il Tg4 negli Anni Novanta. All’epoca soffrivo la non possibilità di fare il conduttore, mi sentivo un po’ ingessato nel Tg, anche se mi ha formato»
Ne era già spettatore, quindi.
«Quando c’era il lockdown lo guardavo e mi teneva compagnia. Poi mi onora l’idea che l’abbiano condotto persone come Fabrizio Frizzi, Alberto Castagna, Giancarlo Magalli, che ha traghettato il programma nel periodo del Covid, quello più difficile. Condurre dirette quotidiane senza interazioni in studio, senza persone davanti che ti diano un feedback, è come salire una montagna con un macigno di pietre sulle spalle. Magalli in questo è stato eroico»
E se qualcuno le richiedesse di fare radio in futuro, sua antica passione?
«Ce l’ho sempre nel cuore, ma negli ultimi anni la radio ha dimostrato di non avere nel cuore me. Il giovane direttore di un network nazionale mi ha detto “ma lei viene dalla tv”, come fosse un difetto. Non capisco questa corsa, in radio, al giovanilismo forzato. Pensate a Linus che ha passato i sessant’anni e fa radio egregiamente. Uno come lui è l’esempio della forza dell’esperienza».
Da 27 anni lei ‘frequenta’ la tv di Guardì, dove sta per ritornare. Un bilancio della sua ultima esperienza a Unomattina in Famiglia?
«Per me la tv di Guardì è un filo conduttore personale, durante il quale ho perso mio padre, sono diventato padre a mia volta e ho riprogrammato più volte tutta la mia vita. Ha coperto un quarto di secolo della mia esistenza, dal ’96 al 2023. Mi ha dato il privilegio di lavorare con autori, per dirne un paio, come Enza Sampò, Tony Cucchiara. Insomma, mi fa strano pensare di condurre I Fatti Vostri, che va avanti da 33 anni. E non sopporto quel solito refrain “largo al nuovo che avanza”. Se il vecchio funziona bene, perché cambiare…»
Nella sua carriera non ha mai nascosto di aver condotto programmi in cui si ritrovava e altri in cui si rispecchiava meno. Tra questi ultimi c’era La Vita in Diretta, che ha condotto nel 2018-19.
«Mi sono trovato in un meccanismo che non mi piaceva. Magari la gente si è abituata, ma continuo a non credere che sia giusto raccontare fin nei minimi particolari certi accadimenti di cronaca con morbosità. Speravo di poter trattare l’attualità con un po’ di ironia, ma non tutte le ciambelle riescono col buco. Poi abbiamo cambiato due volte capiprogetto in corsa, che ha complicato tutto. Magari semplicemente non ero la persona giusta per quel tipo di programma, che altri conducono bene».
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