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Nomadi digitali, dove vanno e cosa cercano

di Cristiana Flaminio -


In questo mondo di nomadi digitali. Sempre più persone sembrano scegliere la strada di lavorare via remoto. E si dirigono, a frotte, in Paesi come Portogallo, Spagna e Romania, oppure scelgono di trasferirsi nei Paesi baltici, in primis l’Estonia. L’Italia, manco a dirlo, non è per niente una meta da sogno ma, semmai, è un luogo da cui scappa un numero sempre più consistenti di freelance. Secondo Sauro Mostarda, Ceo di Lokky, “nel mondo ci sono oltre 35 milioni di persone che si definiscono nomadi digitali, ovvero freelance che utilizzano la tecnologia per lavorare da remoto, da qualsiasi parte del globo. Un numero che sembra destinato a crescere rapidamente nei prossimi anni. Il report di Skyscanner sulle tendenze di viaggio per il 2023 dimostra, inoltre, che i viaggi in solitaria non sono più una nicchia: il 37% dei viaggiatori italiani ha intenzione di partire da solo già nel corso del 2023”. Ma perché si sceglie un Paese anziché un altro? I motivi sembrano tanto semplici quanto ovvi. Secondo l’Indice viaggi e lavoro sugli Stati più accessibili e attraenti per i nomadi digitali (2022), elaborato da Kayak, in cima alla classifica troviamo il Portogallo, seguito dalla Spagna e dalla Romania. Il Portogallo si dimostra la meta prediletta dai freelance per la sua stabilità politica, il clima favorevole e il basso inquinamento atmosferico; la Spagna è scelta per l’abbondanza degli spazi di co-working e la sua rinomata inclusività; mentre a rendere la Romania così competitiva sono soprattutto i prezzi convenienti per i soggiorni a lungo termine e un basso costo della vita.
Tra i Paesi più attrattivi per i freelance troviamo, inoltre, anche l’Estonia: con il programma ’e-Residency’, offre una vera e propria cittadinanza digitale, che consente ai lavoratori autonomi di stabilire una presenza legale in Estonia, aprire un’azienda e beneficiare di un ambiente favorevole per gli affari online.

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