Spioni di Stato: Cantone indaga sui dossier di politici e vip
Spioni di Stato: Raffaele Cantone e l’indagine sui dossier di politici, manager e vip.
il Rieccola l’Italia dei veleni, dei misteri, delle trame, degli intrighi, dei manovratori occulti. Dei dossieraggi. Questo, il nuovo caso che sta scuotendo i palazzi della politica, partito nell’ottobre del 2022. A ricostruirlo è la procura di Perugia, titolare dell’inchiesta (indagini svolte in un primo momento dalla Procura di Roma), che si è affidata a un comunicato a seguito della denuncia del ministro della Difesa, Guido Crosetto dopo la pubblicazione circa la sua attività professionale prima del mandato parlamentare.
Le indagini guidate da Cantone: i dossier
La Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, non avrebbe un dato preciso – il riserbo è massimo – su quali categorie (politici, manager, personaggi pubblici dello sport e dello spettacolo, ma quanti e chi con precisione sembrano non saperlo ancora nemmeno i magistrati) siano state oggetto della presunta attività di dossieraggio di conti correnti e 740. Di certo c’è un indagato, un militare della Guardia di finanza distaccato alla Procura nazionale antimafia nel gruppo di lavoro che si occupava delle segnalazioni delle Sos, le Segnalazioni di operazioni bancarie sospette. Il militare è stato trasferito e l’unico nome che compare per ora in questa vicenda è quello del ministro della Difesa. Gran parte degli sforzi investigativi sono puntati ad accertare se l’indagato abbia fornito le informazioni a persone estranee alla sua attività istituzionale. E nel caso, alcune domande – tutte inquietanti, tutte da sviscerare – nascono spontanee. Perché lo avrebbe fatto? E chi sarebbero gli eventuali destinatari di queste informazioni? E c’è l’ipotesi di una mente o più menti occulte in cabina di regia? Il ministro, non appena scoperto che la sua privacy era stata violata, si è affidato a una lettera. “Chi voleva minare la nascita del Governo fin dai primi mesi? Il dossieraggio è una pratica diffusa? Possiamo convivere con il sospetto che persone, dentro lo Stato, lavorino per minarne le istituzioni?”, si chiesto indignato e preoccupato Crosetto. Il quale ieri ha aggiunto: “Ciò che è emerso dalla lettura dei quotidiani è inquietante: alcune persone dello Stato avrebbero usato il loro potere per costruire dossier, senza che esistesse alcuna motivazione per farlo, senza averne il diritto o l’autorizzazione. Sono contento che, grazie alla mia denuncia si sua scoperchiato questo attacco gravissimo alla democrazia e alle istituzioni e spero che il lavoro dei magistrati possa essere celere”. Auspicio più che legittimo in un Paese come il nostro quando le metastasi istituzionali mai curati si riaffacciano facendo riaffiorare nuovi incubi. Insomma, una story destinata a riaprire vecchie ferite e nuovi sospetti.
Il pool della Procura di Perugia
La politica tutta – nel dirsi preoccupata dell’accaduto – si affida alla Procura di Perugia, auspicando che il partito degli insabbiatori venga reso inoperoso e sperando che il tutto non si trasformi nell’ennesima vergogna nazionale. A condurre gli accertamenti è il nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, con un pool di investigatori dedicato ad hoc. Per procedere agli accertamenti, dice la Procura di Perugia, “con particolare rigore e speditezza, in quanto è auspicabile che esse siano concluse in tempi più rapidi possibili”. E a preoccupare c’è un altro riscontro. Dopo essere stato individuato, il finanziere, già spostato ad altro incarico e indagato. Sentito dai magistrati, il militare ha rivendicato la piena correttezza del suo operato, ma nel corso delle indagini sono emersi anche “ulteriori possibili accessi non leciti e dunque riguardanti altri soggetti. Il caso ha immediatamente incendiato il dibattito politico. Per Matteo Renzi “l’oscura vicenda che ruota attorno a una denuncia di Crosetto è allucinante. Chi utilizza segreti e dossier come forma di killeraggio politico contro avversari politici? Va fatta piena luce”. Al ministro della Difesa è arrivata, tra le altre, anche la solidarietà dei capigruppo di FdI alla Camera e al Senato, Tommaso Foti e Lucio Malan. Che hanno definito Preoccupante e clamoroso quanto emerge, assicurando “di vigilare con la massima attenzione”. La vicenda del dossieraggio – sono invece state le parole del presidente del Gruppi Azione-Italia viva al Senato, Enrico Borghi, membro del Copasir – è per evidenti motivi una questione di sicurezza. Il ministro Crosetto ha detto che si voleva condizionare la formazione del Governo. È un’accusa pesantissima, che ci riposta alla stagione del tintinnar delle sciabole se fosse vera. Chi e perché avrebbe dovuto condizionare la formazione del governo”? Sì, come ha detto Crosetto, si tratta di “una vicenda torbida” dato che ha ipotizzato che corpi dello Stato possano essersi mostrati infedeli. Lo stesso Stato che chiede sacrifici e tasse e poi, tramite alcuni suoi uomini, sembra avere spiato le vite di tante persone.
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