Economia

Tassi, ecco la ricetta di Fabio Panetta

di Giovanni Vasso -

FABIO PANETTA BCE, PAOLO GENTILONI COMMISSARIO EUROPEO


Fabio Panetta studia da governatore di Bankitalia e intanto traccia la linea alla Bce sui tassi: “Siamo pienamente impegnati a riportare l’inflazione al nostro obiettivo in modo tempestivo ma la calibrazione della politica monetaria è sempre più complessa”. Panetta, ieri, è intervenuto a un webinar organizzato, proprio sul tema dell’inflazione e delle strategie per farla rientrare, dall’Università Bocconi di Milano. Durante il suo intervento, il prossimo inquilino di Palazzo Koch non ha svelato cosa voterà, da membro del comitato esecutivo della Bce, in vista della riunione di settembre e spiega perché la situazione è molto più complessa rispetto a quanto possa apparire: “Siamo in un momento in cui l’inflazione sta diminuendo, per via dell’attenuarsi degli shock sull’offerta, ma deve ancora essere percepito in pieno l’inasprimento monetario varato con i ripetuti rialzi dei tassi”. Tassi che, adesso, si trovano “in territorio restrittivo”, e pertanto “la politica monetaria deve essere calibrata in modo da consentirci di raggiungere il nostro obiettivo di inflazione in modo tempestivo evitando costi inutili per l’economia”. Insomma, Panetta spiega che il grave problema dell’inflazione in Europa non si può risolvere con la semplice applicazione dei teoremi di macroeconomia. Cioè non si combatte l’aumento dei prezzi continuando, meccanicamente, ad aumentare il costo del denaro. Anche perché il rischio è che, come hanno già fatto notare tantissimi osservatori, la cura si riveli peggiore e più devastante del male.
Fabio Panetta ha dunque spiegato agli studenti milanesi che l’auspicio resta quello di “ottenere la giusta disinflazione” sottolineando che “la persistenza nel mantenimento dei tassi sta diventando importante quanto il livello”. In pratica, Panetta dice che mantenere i tassi alti rappresenterebbe una scelta anche più efficace e praticabile dell’ennesimo rialzo. L’economista, infatti, ritiene preferibile “una posizione che incorpora la persistenza rispetto a una indicazione di rialzi ripetuti visto che offre maggiori possibilità di adeguare in modo flessibile la nostra politica alla luce dei dati in arrivo, pur non lasciando spazio a vacillare nella lotta contro l’inflazione”. Insomma, bisogna fare i conti con la realtà. Che, al momento, Fabio Panetta fotografa così: “l’inflazione sta calando, spero che continuerà nella stessa direzione e questo è quello che i dati ci stanno dicendo”. Ma comunque, alla Bce, bisognerà muoversi confrontandosi con i numeri: “Reagiremo in base ai dati, perché il livello di incertezza sull’economia è molto elevato”. Anche troppo. I dati e le proiezioni che piovono sull’Europa sono, a dir poco, preoccupanti. E, nel frattempo, la decisione di Fitch di tagliare il rating Usa è un segnale inequivocabile sullo stato di salute della maggiore economia dell’Occidente e, soprattutto, dell’efficacia delle strategie anti-inflazione perseguite dalla Fed e pedissequamente osservate, al di qua dell’Oceano Atlantico, dalla Bce. Ma, tornando all’Europa, Panetta snocciola dati e circostanze che dovranno pesare nelle scelte di Francoforte: “La domanda di prestiti delle imprese nel secondo trimestre ha segnato il minimo storico da quando l’inchiesta è stata avviata, due decenni fa, mentre l`inasprimento dei criteri di erogazione del credito continua ed è stata molto consistente fin dall’inizio della stretta monetaria. Queste indicazioni – ha detto Panetta – sono coerenti con la contestuale forte decelerazione degli aggregati sul credito. I tassi di interesse sui prestiti alle imprese e alle famiglie sono ora, rispettivamente ai massimi dalla fine del 2008 e dall’estate del 2012”


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