I 100 anni della lirica in Arena: a Verona la Tosca di Puccini
I 100 anni della lirica in Arena: a Verona la Tosca di Puccini. Un concerto speciale per l’anniversario dell’anfiteatro più grande al mondo che da un secolo ospita i più grandi eventi musicali e culturali della penisola.
di GIOSUÈ CALANDRINO
Sabato 29 luglio all’Arena di Verona, andrà in scena Tosca, la popolare opera di Puccini, uno dei titoli più sadici e tragici dell’intero repertorio operistico italiano.
L’allestimento, grandioso e colossale, è curato in ogni aspetto dall’argentino Hugo de Ana, regista, scenografo, costumista e lighting designer di questa produzione nata per l’Arena nel 2006 e felicemente ripresa più volte fino al 2019. Ai sontuosi costumi d’epoca, si coniugano classici arredi, imponenti scene e simboli che aderiscono allo spirito dell’opera. La scena unica si adatta con agevoli cambi a vista ai tre ambienti del libretto. Diversi sono set di un’Opera thriller nella Roma papalina del 1800, contesa dai rivoluzionari bonapartisti, opulenta, cupa e misteriosa, controllata dal regime di polizia dello spietato Barone Scarpia e guardata con distacco dalla colossale statua dell’arcangelo Michele, simbolo armato di un’incombente giustizia divina.
La direzione è affidata al Maestro Francesco Ivan Ciampa mentre Tosca è la soprano Aleksandra Kurzak, già applaudita protagonista in anfiteatro e per la prima volta a Verona nei panni della titolare, per l’occasione al compagno d’arte e di vita, il tenore Roberto Alagna, già beniamino del pubblico areniano e qui nei panni di Mario Cavaradossi (pittore in scena amante di Tosca). Scarpia (potente ministro di polizia pontificia), non gode di assoli ma incombe dalla prima all’ultima battuta, anche quando non è in scena; villain di lusso è il baritono Luca Salsi, già richiesto nel ruolo, nei più importanti teatri del mondo. A completare il cast nelle parti di fianco per tutte le recite sono artisti di rilievo e giovani talenti: il fuggiasco Angelotti è il baritono Giorgi Manoshvili, il Sagrestano è il baritono Giulio Mastrototaro (al debutto in Arena), gli sgherri di Scarpia, Spoletta e Sciarrone, sono affidati a Carlo Bosi e Nicolò Ceriani, il carceriere a Dario Giorgelè. Infine due giovanissime voci bianche si avvicendano nel ruolo del Pastore, il cui stornello si leva sull’alba romana del 3° atto grazie a Erika Zaha e Jacopo Lunardi.
Tosca è senz’altro l’opera più famosa di Puccini, presentata per la prima volta nel 1900 a Roma, l’opera non ha mai smesso da allora di essere acclamata dal pubblico. Il tono eroico e l’esuberante composizione hanno senz’altro contribuito al suo successo. La struttura musicale, in forma di leitmotiv durante l’intera durata dell’opera, aiuta a caratterizzare personaggi e situazioni. Dotato di grande fascino, il componimento si è rivelato essere un grandissimo successo, caratteristico della scrittura di Puccini.
Lo zio materno definì Puccini un fannullone e senza talento. A 18 anni Puccini percorse a piedi i 25 chilometri che dividono Lucca da Pisa per assistere alla rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi. Ne rimase talmente affascinato e folgorato da decidere di abbandonare le tradizioni familiari per dedicare la propria vita all’opera.
La scelta lo portò a proseguire i suoi studi al Conservatorio di Milano e solo nove anni dopo raggiunse il successo con Manon Lescault. La donna figurò sempre al centro delle sue creazioni e anche se malato di diabete amò godersi la vita attorniato sempre da belle donne. Ecco il classico esempio di genio e sregolatezza!
Nell’anfiteatro all’aperto più grande al mondo, con 2000 anni di storia e 100 anni di tradizione lirica, riesci ogni volta a percepire la magia, il fascino e le emozioni in ogni rappresentazione, oltre a sentirti un protagonista privilegiato di un evento unico.
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