Presidenzialismo Federale, Calderoli: “Si può lavorare assieme ma senza pregiudizi”
ROBERTO CALDEROLI MINISTRO AFFARI REGIONALI
È una guerriglia parlamentare sterile quella alimentata dall’opposizione visto che la maggioranza è compatta. Al meno fino adesso. Il sì della Lega al presidenzialismo in cambio dell’accelerazione dei tempi parlamentari sull’autonomia differenziata fa gridare allo scandalo l’opposizione, che alza i toni dello scontro perché ha le armi spuntate quando si vota essendo largamente minoranza, ma rientra nella dialettica democratica delle assemblee popolari. L’ordine del giorno che cumula la riforma caldeggiata dal Veneto leghista col governatore Zaia in prima fila e il “premierato” sostenuto da Giorgia Meloni che appare di più difficile realizzazione perché comunque bisognerà passare dal referendum popolare, è la riprova di quello che sostiene il senatore Luca De Carlo, presidente della IX commissione permanente Agricoltura, conversando con L’identità. “A chi solleva perplessità riguardo alla riforma dell’autonomia – afferma – tirando in ballo FdI, replico con i dati di fatto. Di autonomia se ne parla con forza dal 2017 quando ci fu il referendum. La Lega da allora è entrata in ben due governi, gialloverde e Draghi, ma nessuno l’ha portata in discussione. Il governo Meloni in carica da nove mesi l’ha già approvato in Consiglio dei ministri e la commissione Affari istituzionale ha già sentito gli esperti e l’aula è pronta a votare gli emendamenti. Più veloci di così”.
Il ministro Calderoli: Messaggio chiaro
Ecco allora che il il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli (nella foto), commentando l’esito del voto sulla mozione 66 di martedì sull’ autonomia differenziata, è tranquillo. “Il risultato sulla mozione presentata da alcuni gruppi di opposizione in tema di autonomia differenziata, e relativi ordini del giorno, è stato chiaro. Intendiamoci – osserva – lo dico senza alcun intento polemico ma, al contrario, auspicando che da oggi in avanti il confronto possa proseguire sui contenuti e non a colpi di slogan. Ne guadagneranno gli italiani e le istituzioni”. Per la prima volta dopo tanti anni la Lega sente che l’autonomia non è la riforma utopistica ma, ma un obiettivo concreto. tanto che lo stesso Calderoli sottolinea che “Ben venga un dibattito serio, senza ideologie, di sostanza. Vedete, è quello che sostengo fin dall’inizio e lo ripeterò sempre. Anche l’altro giorno la maggioranza ha dato prova di disponibilità al dialogo con le opposizioni, lo si è ampiamente visto con la votazione per parti separate”. Al contrario l’opposizione spara contro il progetto regionalista, sostenendo che spaccherà il Paese molto di più di quanto non lo sia già. Il presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia, spiega che “l’approvazione dell’autonomia differenziata avverrà nell’ambito delle riforme costituzionali, previste nell’accordo di programma di Governo votato dagli italiani, incluso quella volta a realizzare la massima forma di democrazia attraverso l’espressione diretta della volontà popolare. Si tratta di un vero e proprio baratto tra autonomia e presidenzialismo giocato sulle pelle delle istituzioni del nostro Paese”. Ma il ministro Calderoli gli replica che come avvenuto già in commissione per individuare la strada migliore per definire i Lep, il Parlamento e non i dpcm, “si può fare un gran lavoro nell’interesse del Paese e dei cittadini, che hanno diritto a servizi adeguati ed a sapere come vengono spesi i soldi delle loro tasse. Lo si può fare anche lavorando insieme, purché nel merito e senza cercare lo scontro a tutti i costi”. Per ora si è alla “guerriglia parlamentare”, ma a segnare la strada della riforma dell’autonomia sarà la maggioranza. Senza alibi, stavolta. I numeri li ha.
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