Acqua dall’aria: la soluzione tech per la carenza idrica
“L’acqua è vita”. Roby Dagan è un imprenditore italo-israeliano che conosce bene il valore di questa risorsa. “Negli anni ’70 – ricorda e racconta – in ogni corridoio della scuola che frequentavo a Tel Aviv era affisso un manifesto che raffigurava un grande rubinetto. Da tenere chiuso con cura, per non sprecare nemmeno una goccia di acqua, dentro e fuori le nostre case”. Un insegnamento e un monito che Degan ha messo al centro del suo fare impresa, delle idee cui ha finora lavorato. Prima, però, è stato ufficiale dei carristi nell’Esercito israeliano, partecipando nel 1982 alla guerra del Libano nell’operazione Shalom HaGalil. Anche lì conoscendo il ruolo dell’acqua: dalle alture del Golan, la fonte di un terzo del fabbisogno di acqua di Israele che rifornisce anche il Libano, la Giordania e la Siria. Una guerra non a caso definita negli atlanti della geopolitica come un idroconflitto.
Alla fine degli anni ’90 proseguendo all’inizio di questo secolo, da country manager del gruppo francese Veolia-Vivendi, leader mondiale del trattamento acque, la partecipazione ad una gara per la costruzione dell’impianto (attualmente, ancora uno dei più grandi al mondo) di desalinizzazione di Ashkelon.
Oggi, per Dagan, una nuova stagione di impegno, proponendo anche al nostro Paese una soluzione che supera pure il ciclo della desalinizzazione, per creare acqua dall’aria. Una tecnologia avanzata, nata da una startup israeliana nella quale hanno nel corso degli anni creduto anche investitori stranieri. Arrivata ora ad essere fornitore di queste soluzioni già utilizzate e distribuite in decine di Paesi al mondo, player riconosciuto del tech per l’acqua potabile atmosferica. Una tecnologia illustrata in questi anni a molti dei Grandi della Terra e che ora Dagan sta presentando qui in Italia ai rappresentanti delle istituzioni, nazionali e regionali, impegnate ad affrontare le emergenze di ogni tipo e ogni situazione nella quale il valore dell’acqua sia tra quelli primari da assicurare alle popolazioni. Con macchine che possono produrre da 30 a 6mila litri di acqua potabile di alta qualità al giorno, anche in assenza di energia elettrica per consentirne il funzionamento, perché dotate di pannelli solari. Opportunità, però, anche domestica e quindi alla portata di famiglie e imprese che credono nella lotta allo spreco. Un’acqua che, in tutto il mondo, è stato calcolato costare al litro un valore pari ai nostri 7 centesimi, un terzo del costo dell’acqua desalinizzata, peraltro non immediatamente potabile.
“Questa tecnologia – dice Dagan – è un’opzione di futuro per tutti. Anche per l’industria, ove per esempio lo sviluppo di microchip necessita sempre più di acqua purissima. O nell’automotive, che sta studiando ipotesi di veicoli che consentiranno di fruire in ogni momento dell’ acqua potabile di Watergen solo premendo un pulsante”.
La più vera e importante frontiera di questa tecnologia, però, è quella della garanzia di acqua potabile per tutti sulla Terra. “Oggi nel mondo – riflette Dagan – 2 miliardi di persone non dispongono di acqua potabile sicura. E si stima che all’acqua contaminata bevuta siano ascrivibili l’80% delle malattie che le colpiscono, mentre 1,7 milioni di bambini sopra i 5 anni ne muoiono ogni anno. Siamo di fronte al calcolo che ipotizza nel 2025 il 50% della popolazione mondiale in scarsità idrica. E al dato che registra che ogni minuto siano gettate sul pianeta 1 milione di bottiglie di plastica, il 91% delle quali non riciclate”.
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