Fondazione Pd, fuori Cuperlo per Zinga: Elly cambia un dinosauro per un altro
ELLY SCHLEIN SEGRETARIA DEL PARTITO DEMOCRATICO NICOLA ZINGARETTI POLITICO
di EDOARDO SIRIGNANO
Elly caccia Cuperlo dalla fondazione Pd. La tenera sardina toglie la maschera e consuma la vendetta contro chi alle ultime primarie aveva provato a farla perdere, spaccando con la sua candidatura la sinistra del partito. Una discesa in campo, come aveva detto qualcuno, per il solo diritto di tribuna o meglio ancora per rompere le uova nel paniere.
Una cosa è certa, tale scelta se l’è legata al dito la prima inquilina del Nazareno, che alla prima occasione utile, toglie il giocattolino preferito a chi la aveva tradita. In subbuglio, dunque, la minoranza dem. Qualcuno parla di dittatura della sardina. Certi equilibri, maggioranza o meno, non devono essere intaccati. L’esecutivo Schlein, d’altronde, si tiene in piedi soprattutto grazie alla finta opposizione interna di Bonaccini.
L’aspetto più sorprendente di tutta la vicenda, però, è un altro. Elly non fa fuori un sessantenne per un ventenne. Sostituisce semplicemente un nemico per un amico. Il nuovo presidente della fondazione, infatti, sarà Nicola Zingaretti e il fratello del commissario Montalbano certamente non è l’ultimo iscritto al giovanile. Anzi! Qualche mal pensate vocifera che si stia mettendo le basi per costruire una candidatura in vista delle europee.
Per dirla in breve, il Jurassik Pd non chiude, anzi riapre! Si tenta di riciclare chi, allo stato, non ha il privilegio di sedere su una poltrona comoda. Parliamoci chiaro, l’ex presidente della Regione Lazio non sta trascorrendo i suoi giorni migliori, considerando gli incarichi che ha avuto in passato. Serve un rapido aiuto e a rispondere alla chiamata di soccorso è proprio quella sardina, che, come il suo nuovo pupillo, diceva di essere allergica agli incarichi. Bisogna, d’altronde, accontentare chi gli ha portato i cammelli durante l’ultimo congresso. Schlein non ha certamente vinto con i voti dei liberi battitori. Non bisogna essere esperti di politica per capirlo.
Lo sa bene il solito Zinga, che al momento opportuno, chiede il conto e costruisce la strada verso Bruxelles. Quelle seggiole, a suo parere, sono diverse da quelle per cui si era dimesso da segretario. La morale, secondo Nicolone, c’è nelle stanze di Qatargate e non in quel Nazareno, che descriveva come l’inferno dantesco.
Torna alle notizie in home