Politica

Giustizia, la sinistra sulle barricate come ai tempi di Berlusconi

di Cristiana Flaminio -


Non dite a Giorgia Meloni che non s’è inventata niente. Il partito conservatore, in Italia, esisteva già ed è il Pd. Sono pochi, pochissimi, i capisaldi di una sinistra in perenne stato di confusione, che non sa dove andare né a chi affidarsi. Uno di questi è la magistratura. Tutto deve cambiare, dall’economia fino al costume, ma l’amministrazione della giustizia deve rimanere uguale a se stessa. Più conservatori di così. Anche perché, questo, è un argomento capestro. Se c’è un’eredità che ci ha lasciato il trentennio che va da Tangentopoli ai giorni nostri è che chiunque tenti di ragionare sulla giustizia, di sicuro avrebbe qualcosa di oscuro, losco, da nascondere. Alla faccia del garantismo. La Guerra dei Trent’anni non è finita, come dice Marina Berlusconi. E nemmeno va in soffitta l’armamentario dem che, da tre decadi, sibila e tuona e rimbomba, nel dibattito politico.
Walter Verini, senatore Pd e membro della commissione Antimafia, ha bollato le parole di Marina Berlusconi come “messaggio inquietante che si inserisce in una situazione inquietante”. Le parole hanno un peso. Verini, in un post chilometrico pubblicato sui social, calca la mano: “C’è un brutto clima nel Paese per quanto riguarda l’impegno contro le mafie e per la legalità. La responsabilità principale è del governo della maggioranza, che hanno indebolito e in certi casi smantellato regole, presidi, controlli”. Dopo aver passato in rassegna il codice degli appalti e tutte le novità ritenute dubbie, sotto il profilo della legalità, il senatore evoca il “manganello” e denuncia: “In questi giorni abbiamo assistito con grande preoccupazione ad attacchi diretti all’autonomia e all’indipendenza della magistratura. Da parte dello stesso Guardasigilli, da parte delle fonti di Palazzo Chigi e Via Arenula. Da parte di professionisti del manganello verbale contro magistrati e giornalisti. Si, perché sotto attacco stanno magistratura e giornalismo, in particolare quello d’inchiesta”.
Tutti sotto attacco, tutti sotto accusa. Chiaramente, se le cose stanno così, il Pd, è pronto a ritirare il pass, a Meloni, per le manifestazioni in ricordo di Paolo Borsellino: “Come si fa ad apprestarsi a ricordare l’anniversario della strage di via d’Amelio, il sacrificio di Paolo Borsellino mentre il tuo governo, certi ministri come quello della Giustizia offrono questi segnali, colpiscono strumenti di legge, norme, meccanismi che nacquero proprio su impulso di martiri e simboli come Falcone, Borsellino, La Torre, Chinnici e tanti altre vittime, magistrati, politici, servitori dello Stato?”. Giorgia, scansati. I conservatori non stanno con te. Ma dall’altra parte.


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