Righetti, il mito e la magia di Sordi. Pupi Avati guida le stelle sul podio
Una parata di star del cinema, della televisione, della musica, del giornalismo e dell’imprenditoria per l'”Alberto Sordi Family Award 2023″, il prestigioso riconoscimento itinerante ideato nel 2017 dal giornalista e conduttore radiotelevisivo Rai Igor Righetti, cugino del grande attore.
Ogni anno viene assegnato ad artisti italiani e internazionali e a personaggi del mondo dell’informazione, della cultura e dell’imprenditoria che si sono distinti per il loro talento e per aver contribuito a far crescere, culturalmente e nello spirito critico, la società nel suo complesso.
Righetti ricorda Sordi nel suo Gran Teatro
Quest’anno, per il ventennale della scomparsa dell’Alberto nazionale, il premio si è svolto nel suggestivo Gran Teatro Alberto Sordi di MagicLand, il parco divertimenti più grande del Centro-Sud Italia a Valmontone, cittadina a pochi chilometri da Roma che diede i natali al padre e al nonno dell’attore che in paese faceva il fornaio.
Sono stati premiati il regista e produttore cinematografico Pupi Avati (sezione cinema) con oltre 50 film diretti all’attivo di cui l’ultimo, “La quattordicesima domenica del tempo ordinario”, uscito di recente; il pittore e attore-trasformista Dario Ballantini del programma “Striscia la Notizia” (sezione arte e satira); il pluridecorato scrittore di thriller storici Lorenzo Beccati (sezione cultura), uno degli autori più importanti della storia della televisione italiana che ha firmato programmi di culto come Drive In, Lupo Solitario, Paperissima e, tuttora, Striscia la Notizia, nonché voce del Gabibbo; la presentatrice televisiva Elisa Isoardi che da settembre condurrà su Rai1 “Linea Verde Life” (sezione televisione); il rapper MezzoSangue, del quale nessuno ha mai visto il volto in quanto sempre coperto con un passamontagna diventato ormai iconico, appena uscito con il suo nuovo concept album “Sete” (sezione musica); il direttore di RaiNews24 Paolo Petrecca che ha portato al canale molte novità aumentando in modo considerevole il numero dei telespettatori (sezione giornalismo televisivo). Sempre per la sezione giornalismo televisivo il premio è andato al direttore dell’agenzia giornalistica TgCom24 (Tg4, Studio Aperto, Sport Mediaset e l’omonimo canale all-news) Andrea Pucci e ritirato dal vice direttore Maurizio Amoroso. La presidente della Fondazione Artemisia, ente non-profit riconosciuto dalla Regione Lazio, Mariastella Giorlandino, da sempre in prima linea per tutelare la salute delle donne e dei più deboli ha ricevuto il riconoscimento nella sezione imprenditoria nel sociale. Nella sezione imprenditoria il premio è stato assegnato all’amministratore delegato di Acqua Lauretana Antonio Pola; all’amministratore delegato di MagicLand Guido Zucchi con un’esperienza di 15 anni nel settore dei parchi divertimento; al Ceo di SmartSystem Andrea Falcucci. Condotto da Igor Righetti, l’evento è stato aperto dal soprano Anna Bruno, organizzatrice di opere e concerti, con un omaggio a due canzoni iconiche dell’Alberto nazionale: “Breve amore”, la versione italiana di You never told me, dal primo film di Sordi come regista “Fumo di Londra” del 1966, e “Guardo gli asini che volano nel ciel”.
Un’edizione dal “profumo del merito”
La manifestazione è stata prodotta dal produttore cinematografico e televisivo Massimiliano Filippini e dalla sua “CameraWorks” che sta lavorando sul primo docufilm internazionale in tre lingue sulla vita fuori dal set di Alberto Sordi tratto dal libro di Righetti e sul lungometraggio fantasy “Keeper” con la regia Antonio Centomani. L’evento ha avuto la regia di Alessio Taranto e l’organizzazione di Eleonora Gangi e Carla Pagliai. È stato fortemente sostenuto da “SmartSystem”, “SCS Movie Production” di Salvo Tirone e Sonia Giacometti, “Settembre produzioni” di Carla Finelli, dal presidente di “Viva la Vita” (Associazione di familiari e malati di sclerosi laterale amiotrofica) Edmondo Lucantonio. “In ogni edizione di questo premio – dice Righetti – sento il profumo del merito. È rigenerante ossigenarsi con il talento. In un Paese come l’Italia dove troppo spesso chi si azzarda a parlare di meritocrazia rischia una querela e viene accusato di blasfemia questo premio risulta essere altamente trasgressivo, quasi anacronistico. Mio cugino Alberto amava le persone ricche di talento tanto da istituire una Fondazione per quei giovani attori bravi, ma con poche risorse economiche. La memoria storica di un grande attore come lui non deve essere perduta ma, al contrario, si deve rigenerare”.
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