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Fisco Tech, il governo si affida all’intelligenza artificiale contro l’evasione

di Giovanni Vasso -

MAURIZIO LEO VICEMINISTRO DELL'ECONOMIA DELLE FINANZE


Sarà l’algoritmo a scovare i furbetti delle tasse, il Fisco si affiderà all’intelligenza artificiale per combattere l’evasione. Continua, serrata, la digitalizzazione dell’accertamento fiscale. Per il centrodestra, che sostiene la riforma, sembra quasi un ossimoro. Sembra passata una vita da quando Fratelli d’Italia scendeva in piazza contro la fattura elettronica. Ieri il viceministro all’Economia Maurizio Leo invece ha annunciato che saranno utilizzati strumenti tech per stanare gli evasori fiscali. Leo, che è intervenuto ieri a un convegno organizzato dall’Agenzia delle Entrate, ha affermato di aspettarsi una conclusione veloce e rapida dell’iter legislativo sulla delega fiscale: “Oggi iniziano le audizioni al Senato e siamo fiduciosi di poter portare a casa il risultato prima della pausa estiva. Una delle riforme più sentite e su cui il governo punta molto”. Il viceministro ha sottolineato che l’obiettivo è quello di “semplificare”. Uno dei fronti sui quali ci sarà un intervento deciso, ha annunciato Leo, sarà quello dell’accertamento. Che, per il viceministro, attualmente si traduce in un “quadro assolutamente ingestibile, una maionese impazzita” di 900 leggi vigenti e più di mille pagine di istruzioni per la dichiarazione dei redditi. “Per questo dobbiamo cambiare verso al fisco, lo dobbiamo cambiare nell’accertamento”. Come sarà il nuovo accertamento? Leo fa una palinodia dell’odiata fattura elettronica e apre all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dell’algoritmo per scovare chi tenta di nascondersi al Fisco e alle sue pretese. “Faremo la lotta all’evasione fiscale e la faremo in modo efficace ma con strumenti nuovi, con la fattura elettronica e l’intelligenza artificiale, per dire al contribuente quale è il suo reddito senza fare sconti a nessuno”, tuona Leo. La volontà di combattere i furbetti non è solo politica. Ma anche un preciso obiettivo pratico. La Commissione Ue, infatti, ha fatto della riduzione dell’evasione uno dei traguardi a cui è legata l’erogazione di parte dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’asticella fissata dal piano è ambiziosa: considerato, come punto di partenza, il tasso di evasione del 18,5% stimato nel 2019, l’Italia deve ridurre il numero di evasori di quasi il 3% (per la precisione del 2,7%) arrivando, entro il 2024, a contenere la “fuga” dal Fisco del 15,8%.


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