Parolisi e la “condanna ingiusta”: revocati i permessi premio
Sono stati revocati tutti i permessi per Salvatore Parolisi, condannato a 20 anni di carcere per l’omicidio della moglie Melania Rea. Una decisione presa dal tribunale del Riesame di Milano a seguito delle polemiche montate a seguito delle dichiarazioni dello stesso Parolisi, all’uscita dal carcere di Bollate per un permesso premio.
Revocati i permessi premio per Parolisi: “Mancanza di consapevolezza”
Per l’ex militare i permessi premio, quindi la possibilità di uscire dal carcere una volta a settimana fino a ottobre (per un totale di 15 permessi) è arrivata dopo aver scontato 12 anni di carcere, sui 20 della condanna. Una concessione che ora è stata rivista a causa della “gravità delle esternazioni e l’assenza di consapevolezza” del detenuto, che ha dimostrato di non aver “compreso il significato” della condanna svalutando il processo, il percorso di reinserimento e la “figura della donna”.
Parolisi e le frasi incriminate fuori dal carcere
Prolisi, fuori dal carcere milanese si era sfogato ed era stato ripreso dalle telecamere della trasmissione Chi l’ha visto. L’ex militate ha scaricato su Melania la responsabilità delle sue “scappatelle” con amanti compresa l’ultima, quella con Ludovica, la soldatessa della caserma Clementi di Ascoli dove lui lavorava come istruttore. “Non avrei mai lasciato Melania per Ludovica, anche se a mia moglie rimprovero di avermi lasciato solo troppo spesso, andando dalla madre in Campania o facendo venire su lei e noi non potevamo avere più rapporti” ha detto Parolisi. E ancora: “Le davo ogni mese 500 euro sui 1.300 che guadagnavo: se non è amore questo…”. Tutte dichiarazioni che hanno fatto cambiare idea ai giudici sul percorso di “di reinserimento e riabilitazione sociale graduale e concreto” del detenuto.
La coppia viveva a Folignano, in provincia di Ascoli, insieme alla loro figlioletta Vittoria (affidata ai nonni materni che vivono in Campania): l’omicidio della donna risale al 18 aprile 2011: Melania fu trovata morta a Ripe di Civitella, nel Teramano.
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