Cartevalori con sovrapprezzo: l’immagine diventa commerciale
Dal 5 luglio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale la conversione in legge (la numero 87/2023) di un decreto che dettava “Disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale” sull’utilizzo delle immagini delle cartevalori postali.
La novità, tra le altre, sta nell’articolo 11 bis, “Utilizzazione delle immagini di cartevalori postali a scopo commerciale”. Una pratica che ora viene vietata formalmente. Titolare in via esclusiva dei diritti di impiego è il ministero delle Imprese e del made in Italy; “può autorizzare l’utilizzazione da parte di terzi delle immagini delle cartevalori postali per finalità che non siano lesive dell’immagine dello Stato, del soggetto rappresentato o dei valori culturali, sociali ed etici espressi”. Un decreto dello stesso ministro, realizzato insieme al collega dell’Economia e delle finanze, dovrà stabilire i presupposti, le condizioni e le modalità per il rilascio dell’autorizzazione, nonché il conseguente onere. Gli incassi saranno destinati “al sostegno e alla diffusione della cultura filatelica, anche attraverso le attività del Museo storico della comunicazione”. “In ragione della natura culturale o sociale degli scopi perseguiti in via prioritaria dai terzi utilizzatori”, il citato provvedimento può prevedere “casi di esonero dal regime autorizzatorio ovvero di esenzione o di riduzione della tariffa”.
Cartevalori. La brutta sorpresa dell’art. 11 bis: il comunicato diffuso dall’Unione stampa filatelica italiana
Come avrete già saputo, nella conversione in legge (legge n. 87 del 3 luglio 2023) del decreto n. 51 del 10 maggio scorso è stato inserito l’articolo 11 bis («Utilizzazione delle immagini delle carte valori postali a scopo commerciale») che rischia di mettere una pietra tombale sulle iniziative editoriali e di comunicazione legate al francobollo.
In sintesi, infatti, si afferma che «l’utilizzazione da parte di terzi delle immagini delle carte-valori postali per finalità commerciali è vietata». Il Mimit potrà autorizzarne l’uso dietro rilascio di una autorizzazione soggetta al pagamento dei diritti di utilizzazione il cui ricavato – che però si pensa sia di modesto importo – sarà utilizzato «a sostegno della diffusione della cultura filatelica».
L’articolo però prevede che «in ragione della natura culturale o sociale degli scopi perseguiti (…) il decreto può prevedere casi di esonero dal regime autorizzatorio ovvero di esenzione o di riduzione della tariffa».
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