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Wimbledon, Sinner sul velluto ma venerdì c’è Djokovic

di Redazione -


di RAPHAEL D’ABDON

Juan Manuel Cerundolo (n. 111), Diego Schwartzman (98), Quentin Halys (79), Daniel Elahi Galan (85), Roman Safiullin (92): pare l’entry list di un torneo challenger o delle qualificazioni di un major, invece è l’elenco degli avversari di Jannik Sinner, il primo tennista a raggiungere la semifinale di Wimbledon senza aver incontrato nemmeno un top 70. Nella storia degli slam era successo solo otto volte, mai a Londra e a New York, sei volte agli Australian Open (in anni in cui, peraltro, il torneo veniva snobbato da quasi tutti i giocatori più forti) e due a Parigi. Nel dettaglio: Australian Open 1973-74 (Jimmy Connors), 1975-76 (Ken Rosewall), 1977 (Vitas Gerulaitis e John Lloyd) e 1982 (Johan Kriek e Paul McNamee), Roland Garros 2006 (Ljubicic) e 2020 (Nadal). Inoltre, due curiosità: nell’ultima occasione tra le vittime di Rafa c’era lo stesso Sinner, al tempo n. 74 del ranking; Connors, Gerulaitis, Kriek e Nadal finirono per aggiudicarsi il torneo. Mentre l’Italia festeggia la galoppata surreale dell’altoatesino, nella speranza che il suo nome si aggiunga a questa lista, oggi si giocano due quarti affascinanti: nel primo il n. 3 Medvedev affronta Christopher Eubanks, giocatore afroamericano con fisico e movenze da Pantera Rosa e braccio divino, che a marzo faceva l’analista a Tennis Channel ma che due settimane fa ha vinto il suo primo torneo (Mallorca) e che qui ha impallinato Norrie e Tsitsipas, 12 e 5 del mondo; il secondo vede di fronte i dominatori del circuito in pectore, Alcaraz e Rune; nell’unico scontro diretto ha avuto la meglio il danese, ma il match è apertissimo e regalerà sicuramente emozioni e spettacolo ai tifosi. Per tornare a Sinner, il tempo delle allegre scampagnate è finito e venerdì ad attenderlo in semifinale ci sarà Novak Djokovic: epilogo scontato o fiaba che continua?


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