Cronaca

Mafia, blitz a Palermo: 18 misure cautelari. Il sindaco: “Grande soddisfazione”

di Redazione -

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Sono state 18 le misure cautelari disposte dal Gip nei confronti di boss e gregari del clan di Resuttana, a Palermo. L’indagine è stata coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Marzia Sabella. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, detenzione illegale di armi, violazione dell’obbligo della sorveglianza speciale. Per 16 di loro è stato disposto il carcere, per due i domiciliari.

Tra gli arrestati c’è anche Settimo D’Arpa, tradito da una conversazione telefonica intercettata in cui l’uomo parlando con la compagna rivela chiaramente la sua appartenenza a Cosa Nostra. “Te lo dico – dice lei -, fai lo scaltro, perché non chiami a tutti i mafiosi che hai… te lo dico davanti a tutti”. E lui tenta di difendersi: “Io non ne ho mafiosi. Io non conosco nessuno di ‘sti mafiosi”. Ma la compagna risponde: “Te lo giuro su dio, che se io ti vedo io ‘l’ho lasciato perché domandava il pizzo’, ti giuro che lo faccio”. “Ma te ne accorgi delle cose che dici al telefono?” replica allora preoccupato D’Arpa. “Sì, perché la verità… è la verità”, insiste la donna.

Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla esprime “grande soddisfazione e ringraziamento alla Squadra mobile e allo Sco per l’operazione che ha disarticolato il mandamento mafioso di Resuttana”. “L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, alla quale va la mia gratitudine, spezza il legame di Cosa Nostra in questo quartiere con una fetta di imprenditoria e dà un duro colpo all’influenza estorsiva esercitata sulle attività commerciali” ha commentato.


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