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Colpo di scena al processo per l’omicidio Bergamini: indagato il cugino dell’ex fidanzata Isabella Internò

di Rita Cavallaro -


Avrebbe dovuto sedersi sul banco dei testimoni ma, con un colpo di scena al processo, ha scoperto di essere indagato per l’omicidio di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza morto sotto un camion sulla Statale 106 a Roseto Capo Spulico, il 18 novembre 1989. È la parabola di Dino Pippo Internò, a trentaquattro anni da quello che era stato catalogato come un suicidio, perché gli investigatori credettero alla messinscena dell’ex fidanzata, Isabella Internò, la quale raccontò che Denis si era buttato volontariamente sotto il mezzo pesante guidato da Raffaele Pisano. Oggi la verità sul terribile assassinio del calciatore è stata certificata da perizie e da accertamenti irripetibili sul cadavere riesumato, che hanno portato alla sbarra proprio Isabella, accusata di concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalle sevizie e dai futili motivi.

Secondo la procura di Castrovillari, l’ex fidanzata avrebbe depistato le indagini per nascondere l’orrendo crimine, ideato con l’appoggio della sua famiglia, alla cui base c’era la fine della relazione e la gelosia della ragazza, convinta che Bergamini dovesse essere suo e di nessun’altra. Le prove dicono che Denis non si è suicidato, ma è stato attirato in una trappola, soffocato con un sacchetto di plastica da almeno due persone e poi adagio sull’asfalto per essere investito dal camion in transito, che ha sormontato il corpo con moto lento. Un concorso che gli inquirenti avevano tentato di dimostrare nella lunga fase di indagine riaperta nel 2017 dall’allora procuratore capo Eugenio Facciola, che aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati di cinque persone. Oltre a Isabella, sotto la lente erano finiti il marito della donna, il poliziotto Luciano Conte, il camionista Pisano e due cugini dell’ex fidanzata di Denis, tra cui Dino Pippo Internò. L’impianto accusatorio nei loro confronti, però, non aveva retto al rinvio a giudizio ed erano stati tutti prosciolti. Così a processo è finita soltanto Isabella, ritenuta la mandante dell’omicidio di Denis, non l’esecutrice materiale.

Il dibattimento, che ha visto sfilare in aula calciatori del Cosenza, periti, amici e familiari sia della vittima che dell’imputata, è arrivato alla quarantottesima udienza, che si è tenuta mercoledì, attorno alla quale si era creata una forte curiosità proprio per l’attesissima testimonianza di Dino Pippo Internò, il cugino che durante i giorni della morte di Denis seguiva Isabella come un’ombra. Ma il bandolo della matassa che si è dipanato in un crescendo a colpi di controinterrogatorio ha costretto l’accusa all’incredibile rivelazione dell’esistenza di un fascicolo parallelo a quello del processo. Prima di Dino Pippo, infatti, sua moglie Antonella Raimondo era stata incalzata dal pm con una serie di domande riguardanti il marito e alcune intercettazioni telefoniche, tra cui una telefonata con la cognata nella quale avrebbe detto che uno degli assassini è lo zio di Pippo, ovvero Franco Internò, padre di Isabella. A quel punto l’avvocato della Internò, Angelo Pugliese, ha sollevato dubbi e il pm Luca Primicerio, pochi minuti prima dell’ingresso in aula del teste, ha dovuto ammettere che il cugino dell’imputata è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in omicidio volontario in un secondo procedimento, diverso ma collegato, un fascicolo aperto il 6 maggio 2021 e dunque antecedente al rinvio a giudizio della Internò, deciso dal gup di Castrovillari il 20 settembre 2021. Il magistrato ha però comunicato che, sulla base degli elementi raccolti nella fase delle indagini preliminari, non ha ravvisato indizi per proseguire nell’azione penale e ha dunque annunciato che nei prossimi giorni chiederà l’archiviazione del fascicolo per insussistenza dell’ipotesi accusatoria. Il processo riprenderà l’11 settembre.


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