Marcello Masi: “Una vita in Camper e una tv su misura”
di LORENZA SEBASTIANI
Un volto rassicurante, che ci porta in giro per l’Italia. Marcello Masi conduce Camper dal lunedì al venerdì su Rai1 alle 12.25, un contenitore divenuto un tesoriere ricco di consigli pratici per affrontare l’estate nel modo migliore, ma anche di curiosità.
Ex direttore del TG2 Masi racconta a L’identità di avere in questi anni trovato un baricentro professionale più idoneo alle sue attitudini. E soprattutto, dopo aver girato l’Italia in lungo e in largo con Signori del Vino su Rai2 e vari sping off di Linea Verde su Rai1, tiene calda per la prossima stagione una novità, un format adatto ai diversamente giovani.
In questa sorta di itineranza lei sembra aver trovato la sua dimensione professionale più calzante.
Si vede così tanto? Fare il direttore di tg è stata un’esperienza bellissima, ma era sempre un’ansia, un’attenzione spasmodica, non potevi volgere lo sguardo. Da qualche anno ho abbracciato una dimensione professionale più mia. Non tornerei mai a fare il giornalista come lo facevo un tempo. Ora mi sento più libero.
Si sente cambiato?
Ho avuto solo fortuna nell’incontrare chi ha saputo vedere in me cambiamenti, prima ancora che li vedessi io. Quando sono stato epurato come direttore, nel giro di un mese stavo a non fare niente e Andrea Fabiano, allora direttore, mi chiamò per Linea Verde, solo un visionario avrebbe potuto vedermi adatto per quel contesto. Non ci ho pensato due volte, avevo desiderio di mettermi in gioco. E Camper è un’altra scommessa su questa linea.
Ci parli di Camper.
Quando mi è stato chiesto di condurlo ho accettato, però avrei voluto farlo a modo mio, parlando cioè non solo di spiagge. Ora si occupa anche di scienza, start up, arte, archeologia. Un lavoro di squadra fatto con tante teste, per un contenitore serio ma leggero. E abbiamo già registrato buoni risultati di ascolto.
E lei come si vede, in questa conduzione?
Non sono artefatto, dico quello che sento. Non sono uno che si mette a fare il trombone saputello o il pontefice massimo. Cerco di entrare nelle case in punta di piedi, senza mai imporre, ma solo suggerendo idee. Un modo leggero di relazionarsi allo spettatore, parlando anche di argomenti di sostanza. Le grandi strade turistiche, i borghi più piccoli, la scienza, le sagre paesane, che non sono solo folclore, ma radici culturali importanti. Ogni piatto racchiude strati di conoscenza.
E Linea Verde Life?
Dopo 7 anni lo lascio, ho deciso di chiudere questa esperienza, ho fatto sei anni il direttore e sette anni Life. È giusto aprirsi a nuovi orizzonti.
E per il futuro?
Ho 64 anni, a 67 finirà il mio impegno in Rai, fino ad allora mi immagino solo in programmi su misura per me. Se mi vorranno, sono sempre qua pronto a mettermi in gioco. Con umiltà, come sempre.
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