Ambiente

Calabria, Bandiera Blu sul mare. La regina è la Riviera dei Cedri

di Redazione -


di ANGELA ARENA

“La Calabria deve essere l’hub dell’Italia e dell’Europa sul Mediterraneo, un’area che sta acquisendo una importanza crescente”, così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, a margine dell’assemblea Generale della CIM – Commissione Intermediterranea che lo scorso 30 giugno, a Villa San Giovanni, lo ha eletto Presidente di turno ed alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Parole, quelle del governatore Occhiuto, che rimandano ai due recenti riconoscimenti, in favore della regione da lui presieduta, da parte della FEE – Foundation for Environmental Education, ovvero la Ong danese che premia le località costiere che primeggiano per l’impegno nella salvaguardia dell’ambiente, la qualità delle acque e servizi ai bagnanti.

Con l’ingresso di Catanzaro e Rocca Imperiale in provincia di Cosenza, infatti, la Calabria raggiunge, quest’anno, il terzo posto in Italia per numero di località insignite della bandiera blu, a pari merito con Toscana e Campania. Salgono così ad un totale di 19 le località Calabresi che possono fregiarsi del prestigioso riconoscimento, ma a svettare, ancora una volta, sono le spiagge della lussureggiante Riviera Dei Cedri, con ben 9 vessilli e 5 località premiate: Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Santa Maria del Cedro e Diamante. Un tratto costiero di ben 50 km, quello della Riviera Dei Cedri, che deve la sua denominazione all’antica e florida coltivazione dell’agrume, la cui produzione è ancora oggi molto diffusa nella zona. Dal 17 al 20 agosto, infatti, il Comune di Santa Maria del Cedro, sede dell’accademia e consorzio del cedro di Calabria, ospita un festival dedicato al frutto, dove annualmente si radunano Rabbini provenienti da ogni angolo della Terra in cerca del ‘Mêlon’, l’albero dell’Eden, cioè il ‘cedro perfetto’ destinato ad essere utilizzato come offerta votiva durante il rituale ebraico del ‘Sukkot’, ovvero la Festa dei Tabernacoli o Festa delle capanne. Ma, il litorale che da Tortora, situata al confine con la Basilicata, scivola fino a Sangineto e Bonifati in un intreccio di scogliere, calette appartate, grotte spettacolari e tramonti infuocati è sicuramente più noto per la trasparenza dei suoi fondali che pullulano di una variegata fauna ittica: gorgonie rosse e gialle, aragoste, saraghi, cernie e dentici che rappresentano un vero e proprio eden per i sub.

Ed invero, la bellezza selvaggia ed inusuale di questi territori non è certamente passata inosservata agli occhi di personaggi illustri, come l’ Isola di Dino, la cui sagoma rocciosa si staglia possente di fronte alla spiaggia di Praia: sebbene ad oggi sia disabitato, questo piccolo angolo di paradiso appartenne, un tempo, all’impreditore Agnelli, nell’intento, purtroppo naufragato, di trasformarlo in una sorta di Capri della Calabria. Anche la Baia Azzurra, ai piedi di San Nicola Arcella, splendido borgo a strapiombo sul mare, rappresenta ed ha rappresentato in passato, un luogo di forte attrazione: la torre saracena del XVI secolo custodisce una storia horror, essendo stata, a cavallo fra ‘800 e ‘900, luogo di ritiro e fonte di ispirazione del noto scrittore e drammaturgo americano Francis Marion Crawford. Alle spalle di San Nicola Arcella, invece, vi è la spiaggia dell’Arcomagno, una delle più belle calette dell’intera regione che deve il proprio nome all’arco naturale, un autentico monumento scavato dal mare nella roccia e sotto al quale sgorga una sorgente d’acqua dolce. Infine Diamante, perla della Riviera Dei Cedri, ai più nota come Città dei Murales e del Peperoncino, dalla quale è possibile raggiungere l’isola di Cirella. L’area settenrtrionale del cosentino, tuttavia non è conosciuta solo per la sua splendida costa; a soli 15 chilometri dal litorale regnano le foreste ed i fiumi del Pollino, che con i suoi 192 mila ettari di estensione costituisce il Parco Nazionale più esteso d’Italia. La compresenza di mare e montagne unita ad un microclima caratterizzato da temperature miti tutto l’anno fa di questo territorio un ‘unicum’ dove è possibile ammirare esemplari floreali esclusivi come l’endemico garofano delle rupi: come scriveva Caramagna “Fame di cibo, di mare, di colori, di paesaggi, di bellezza: in Calabria non ci si sazia mai”.


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