Cultura & Spettacolo

‘’L’umana fragilità’’ Francesca Callipari e il saggio sulla morte nella storia dell’arte

di Nicola Santini -


La morte nella sua accezione dovuta al pensiero comune è sempre stata interpretata come la fine di tutto; eppure, nella visione del mondo moderno, il tema della morte in sé sembra sempre più spesso relegarsi a spazi circoscritti: ospedali, case di cura, luoghi di sofferenza. Il libro dello storico e critico d’arte Francesca Callipari, ideatrice del progetto I love Italy Tv, L’umana fragilità, concilia attraverso l’arte il rapporto fra uomo e morte: l’analisi artistica e socio-antropologica degli uomini con il trapasso approfondisce, oltre l’aspetto artistico legato alle grandi opere della Storia dell’Arte, anche un assetto filosofico spesso arginato per timore. Morire fa paura, così come intimorisce la perdita di qualcuno di caro; l’ignoto, il non avere risposte su cosa ci sarà dopo è, probabilmente, la linfa che alimenta questi timori reconditi. Ma come la stessa autrice sottolinea nel libro riguardo al sonno eterno:
‘’È la più autentica protagonista del vivere, accomunando nella stessa identica sorte ogni essere umano’’.
Se la storia di ogni uomo è diversa quello che è certo è che il finale sarà il medesimo, per tutti. L’autrice, attraverso l’analisi storico artistica, presenta al lettore un’esperienza di riflessione che, a tratti, si potrebbe definire trascendentale: la vera felicità è da ricercarsi non sulla terra ma in un’altra dimensione, in quanto gli uomini vivono sulla terra ma non le appartengono. Un promemoria antico, che già appare nel Vangelo di Giovanni (Gv 17) come la stessa Callipari non manca di ricordare:“Viviamo nel mondo, ma non siamo del mondo’’.
La caducità dell’esistenza è argomento di disquisizione e riflessione già dall’antica Grecia, basti pensare al poeta elegiaco Mimnermo. I temi dei suoi scritti si ispirano alla giovinezza e, in particolar modo, alla paura della vecchiaia e della fine come conseguenza. Il componimento ‘’Come foglie’’ ne è una conferma: le foglie diventano analogia dell’esistenza umana che ben attesta l’arcaico e atavico timore che ogni uomo, fin dalla notte dei tempi, custodisce nei meandri delle proprie angosce. Francesca Callipari si sofferma proprio sull’arcaica lotta dell’uomo contro il suo destino mortale e inevitabile. La mitologia greca, in questo senso, dona diversi spunti sulle innumerevoli strategie ricercate da eroi e uomini nell’intento di escogitare piani e tattiche per sfuggire alla ‘’Nera Signora’’la ninfa nereide Teti che immerge Achille nel fiume Stige per renderlo immortale.


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