Comunità energetiche, ora c’è la svolta: Pichetto spinge, il Centro Italia battezza 26 progetti
Un decreto ancora atteso, quello che consentirà un definitivo respiro alla manovra del nostro Paese sulle Comunità energetiche rinnovabili: ancora poche, ovunque. Solo pochi giorni fa a Mantova se ne dichiarava primo tifoso il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Confermando l’iter in corso in Europa e la recentissima registrazione finale per il provvedimento licenziato dal Mase nel febbraio scorso, ora in Ue oggetto di approfondimenti circa il rischio di una violazione sulle norme che regolano la concorrenza. Attraverso i quali evitare il pericolo di “scatole cinesi” nell’attivazione delle iniziative.
Sulle quali Pichetto è stato anche abbastanza deciso e chiaro nell’intento di scongiurare che i territori del nostro Paese, sulle Cer, divengano solo luogo di prolungata discussione e dilatata contrattazione sulle compensazioni, piuttosto che essere animati dalla consapevolezza di una grande opportunità per il cambiamento. E per questo si è attivato per arrivare ad un’intesa ottimale con il ministero dei beni culturali e con quello dell’agricoltura sulle aree idonee per le Cer, confermando altresì la massima disponibilità ad un confronto e ad un dialogo con le Regioni.
Ma ora, per le Cer del Centro Italia, arrivano anche segnali importanti dalla Cabina di coordinamento integrata sul Sisma 2016, presieduta dal commissario straordinario Guido Castelli. Che ha approvato la graduatoria del bando del Piano nazionale complementare sisma 2009-2016 per la creazione di Comunità energetiche rinnovabili, al termine delle procedure di valutazione di 105 progetti pervenuti in risposta all’avviso.
Al Centro nasceranno 25 nuove Comunità energetiche rinnovabili, usufruendo dei 68 milioni di euro che perverranno a 60 Comuni grazie alle risorse definite e garantite dal Piano nazionale complementare per i terremoti del 2009 e del 2016.
I progetti sono finanziati in Abruzzo, per il cratere 2009, coinvolgendo le comunità di Fossa, Scoppito, San Demetrio, Poggio Picenze, Caporciano, Navelli, Barisciano, Civitella Casanova, Bugnara, Prata d’Ansidonia Arsita, Collarmele, Popoli. E sempre nella regione per il sisma del 2016 sono state finanziate le iniziative di Torricella Sicura, Teramo, Montereale, AterR Teramo e Tossicia. Nelle Marche, invece, quelle di Matelica, Unione Montana dei Monti Azzurri, Camerino. Nel Lazio, Cer nasceranno a Castel Sant’Angelo, Micigliano, Amatrice. In Umbria, nel Bacino imbrifero, con capofila Cascia.
Le risorse saranno destinate a coprire gli investimenti dal 50 fino al 70% del totale complessivo, per circa 140 milioni di euro: 47,3 all’Abruzzo, 8 al Lazio, 51,5 alle Marche e infine 33 all’Umbria. Garantendo interventi che gli enti coinvolti dovranno consolidare attraverso un cofinanziamento.
Una sfida per la rinascita delle aree martoriate dai terremoti, che è sottolineata anche dal commissario Castelli: “Quella della sostenibilità ambientale va vinta insieme, a partire dal coinvolgimento dei Comuni. Le Cer a traino pubblico sono una delle risposte più interessanti e possibilmente anche tra le più efficaci al sempre più attuale problema del costo economico e ambientale dell’energia. E ci consentono di fare dell’Appennino centrale un territorio nel quale l’autoconsumo da fonti rinnovabili ha anche la funzione di incentivare i suoi abitanti a non lasciare queste comunità. La realizzazione di servizi utili e innovativi è strategica per contrastare lo spopolamento di tutta quest’area del Paese”.
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