Desideri (Confimprese World): “Le difficoltà nella medicina del territorio e la crisi della sanità”
FABIO DESIDERI PRESIDENTE DI CONFIMPRESE WORLD
I dipartimenti di emergenza soffrono di problemi cronici e di nuove criticità. Sicuramente la carenza di personale incide fortemente. Semplici rilevazioni fatte mostrano come in media il personale impegnato nei vari turni sia inferiore di almeno il 30% rispetto a quello che dovrebbe essere presente. A questa situazione, di per se non facile, figlia dei tanti tagli che negli anni anni si sono abbattuti sulla Sanità pubblica, si somma anche l’inappropriatezza di coloro che – anche a seguito dell’inefficienza della rete di medicina di base e del territorio – si recano nei pronto soccorsi, intasandoli, per ricevere cure e assistenza che poco o nulla hanno a che fare con la medicina d’urgenza. E’ quanto ha dichiarato Fabio Desideri, presidente della Federazione Confimprese World.
Inoltre i giovani professionisti del settore sanitario, in numero sempre minore, secondo le statistiche, scelgono la specialità della medicina di urgenza ed emergenza. In tale scelta incidono, non poco, anche le tempistiche di lavoro e il contenzioso medico legale sempre più frequente.
E’ assolutamente urgente capire bene come il Governo Meloni intenda affrontare, concretamente, la riforma della sanità territoriale, cioè dell’insieme dei servizi sanitari erogati, da una pluralità di operatori, all’esterno degli ospedali, che sono quelli che se efficentati alleggerirebbero la pressione – oggi esistente – sui pronto soccorsi.
E’ certamente importante – in questa ottica – utilizzare le risorse messe a disposizione dal P.N.R.R. per ampliare ed ammodernare le strutture sanitarie e le attrezzature della rete ospedaliera italiana; resta però il problema, concreto, della mancanza di risorse per il personale sanitario che in tali ambiti dovrebbe operare al fine di assicurare il pieno funzionamento del comparto sanitario del nostro paese. Ha aggiunto Desideri.
In questa direzione le previsioni del Governo Meloni evidenziano che l’aumento della spesa sanitaria nazionale crescerà al 7% del PIL soltanto nel quinquennio dal 2040/2045, cioè tra molti anni. Ha concluso Desideri.
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