Esteri

Il Colpo di Stato in Russia, il golpe fallito del 1991

di Cristiana Flaminio -


Prima di Wagner fu Tchaikosvy. L’ultima volta che in Russia c’è stato un colpo di Stato è stato nell’ormai lontano agosto del 1991. L’esercito tentò di deporre Michail Gorbacev ma, invece di restaurare il centralismo sovietico, spianò la strada all’ascesa di Boris Eltsin e alla sostanziale fine dell’Urss come la conoscevamo. Gorbacev, ad agosto, era nella sua dacia di Foros quando il complotto dei militari capitanato, tra gli altri, da Gennadij Janaev, che assunse l’interim alla presidenza dell’Unione sovietica prese il controllo dei mezzi di informazione e degli uffici centrali di Mosca. Per tre giorni la tv di Stato mandò in onda, continuamente, una rappresentazione de Il Lago dei Cigni. Poi fu diffusa la notizia di presunti problemi di salute di Gorbacev che gli avrebbero reso impossibile continuare a governare ciò che rimaneva dell’Urss. Il padre della perestrojka, però, smentì, con un video “artigianale” girato nella sua dacia, le illazioni dei militari. Che chiedevano, sostanzialmente, la restaurazione dell’Urss e si opponevano, con ferocia, alle riforme e all’autonomia concessa agli Stati baltici.

Ma il golpe dei militari era, forse, anche più debole della traballante posizione di Gorbacev stesso. E difatti ad approfittare della situazione fu Boris Eltsin. Avversario giurato del capo (fino a quel momento) dell’Urss, il presidente della Repubblica russa ne approfittò per assumere su di sé l’onere della “restaurazione”. I carri armati scesero in strada ma furono “sconfitti” dalle proteste dei cittadini moscoviti. L’ultimo atto dell’Urss si era consumato. Eltsin, da quel momento in poi, consoliderà la sua posizione fino a guidare la Russia che, nel frattempo, non era più Unione Sovietica. Fu un’era controversa, fatta di privatizzazioni a dir poco “chiacchierate”. Ma questa è un’altra storia.


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