Economia

Fisco amico, la rivoluzione di Giorgia in nome della fiducia

di Giovanni Vasso -

GIORGIA MELONI


Quanta strada c’è da fare. Prima di raggiungere l’obiettivo di legislatura che si è dato il centrodestra. Cioè quello di arrivare a un fisco amico. Per il momento, c’è chi si accontenterebbe di non averlo per nemico. Giorgia Meloni si muove per step. E, nel videomessaggio che ha inviato all’Ance, ribadisce l’impegno di Palazzo Chigi per arrivare a una riforma fiscale che, come ribadisce Forza Italia, deve essere “equa, giusta” e incanalata nel solco della “semplificazione”.

La promessa di Giorgia

Innanzitutto raddrizzare la prospettiva. “Non si può partire da un principio di colpevolezza verso tutti, come è stato per troppe volte, in cui grava sulle spalle delle imprese e delle persone per bene l’onere di dimostrare di essere tali”. Dovrebbe essere una banalità ma, evidentemente, si tratta di una priorità avvertita (e denunciata a più riprese) da imprese e addetti ai lavori. La colpevolizzazione a prescindere che frena lo sviluppo e che Meloni ha voluto prendere a modello anche per la nuova normativa sugli appalti: “Noi abbiamo ribaltato questo paradigma nel Codice degli Appalti e intendiamo farlo anche in tante altre riforme strategiche che il governo sta portando avanti e che sta attuando”. Meloni, dunque, stabilisce la rotta davanti ai costruttori dell’Ance: “A partire dalla delega fiscale, con la quale vogliamo costruire un fisco alleato di chi fa impresa e produce ricchezza, non un fisco nemico, quasi vessatore. Questa è la nostra visione. Questa è la visione con la quale stiamo affrontando le tante sfide aperte per ammodernare l’Italia e renderla più competitiva. Penso alla legge sulla rigenerazione urbanistica, al nuovo testo unico sull’edilizia o al Piano Casa”.

Pace fiscale

La necessità di una tregua è una priorità per gli imprenditori. Le parole di Meloni sono state apprezzate dall’Ance. La presidente Federica Brancaccio ha riferito all’assemblea: “Siamo abituati a considerare il fisco solo come strumento punitivo e non come leva di sviluppo e di crescita. Dobbiamo rompere questa barriera. La nuova delega può rappresentare una vera rivoluzione. Si tratta di un impianto fortemente condivisibile che può creare le condizioni per rafforzare il bene casa e promuovere transizione ecologica e rigenerazione urbana”. Il Fisco, però, è solo una parte del problema. L’altra si chiama burocrazia. A cui il governo, con l’abolizione del reato di abuso d’ufficio e il nuovo codice degli appalti, spera di poter dare una sfrondata. Brancaccio ha denunciato: “La paura della firma ha bloccato il Paese per anni. Ci siamo battuti e ci battiamo ancora per avere degli strumenti efficaci di contrasto all’illegalità. Strumenti che però non possono tradursi in mere incombenze burocratiche, senza alcuna reale efficacia in termini di prevenzione e di contrasto”.

Fiducia

Sul tema del nuovo codice degli appalti, Meloni è stata chiara: “Solo dal confronto e dalla collaborazione con chi quotidianamente si trova ad affrontare i problemi, è possibile trovare le soluzioni migliori. È questo il governo lo sa bene e lo dimostra il rapporto che fin dal suo insediamento ha instaurato con i corpi intermedi e con l’Ance. Insieme a voi abbiamo saputo affrontare e sciogliere nodi nevralgici che da troppo tempo costituivano un limite per la nostra Nazione”. La premier ha spiegato: “Penso al nuovo Codice Appalti, un testo frutto di un confronto costante e intenso tra il Governo e le categorie che ha introdotto innovazioni importanti per un settore fondamentale. La più importante di quelle innovazioni è soprattutto immateriale: è la fiducia.  Avere un codice degli appalti basato sulla fiducia tra lo Stato e le imprese vuol dire garantire alle aziende tempi e costi certi e la possibilità di pianificare e programmare il lavoro. Poi è chiaro, se questa fiducia viene tradita la risposta dello Stato deve essere dura, perché i primi danneggiati da pratiche scorrette sono proprio quelle aziende che hanno rispettato le regole e i cittadini che si trovano opere e servizi scadenti”.

Il tempo delle semplificazioni

Il tema Fisco è, da sempre, carissimo a Forza Italia. Si tratta di una battaglia simbolo che, dopo la scomparsa del fondatore e leader Silvio Berlusconi, assume i contorni di una bandiera. Che va issata e tenuta alta. Il deputato azzurro Alessandro Battilocchio ha indicato la rotta al governo sulla riforma fiscale che verrà. E, per ribadire le ragioni dell’impegno, a Radio Popolare ha fatto un recap dello stato dell’arte in Italia: “Ci sono dei Paesi che hanno una pressione fiscale alta, a cui corrispondono dei servizi all’altezza. Noi dobbiamo sotto questo aspetto fare un salto di qualità importante. La lotta all’evasione fiscale è stato uno dei punti che abbiamo portato avanti e che abbiamo sostenuto”. Battilocchio ha dunque aggiunto: “Il mandato elettorale che ci è stato dato a settembre dalla stragrande maggioranza degli italiani è un’occasione irripetibile: il centrodestra ci sta mettendo la faccia, siamo certi che nel corso di questa legislatura, che è una legislatura stabile, noi riusciremo a fare una riforma fiscale complessiva che porterà all’Italia sicuramente più equità, più giustizia e soprattutto una semplificazione che è stata tante volte annunciata e mai fatta”.


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