Politica

La pazza idea di Meloni: nel 2030 Roma insieme a Odessa

di Eleonora Ciaffoloni -

GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica francese


La distanza tra Roma e Parigi si accorcia: almeno sulla carta. Perché oggi pomeriggio all’Eliseo si incontreranno il presidente francese Emmanuel Macron e la premier Giorgia Meloni. Un faccia a faccia che segue l’ultima prova di riavvicinamento tra Italia e Francia che si era accennata durante il G7 di Hiroshima. All’incontro “si discuterà dei rapporti bilaterali che uniscono Francia e Italia, e in particolare dell’attuazione del Trattato del Quirinale” ha spiegato in una nota l’Eliseo, e i due presidenti “discuteranno di questioni europee e approfitteranno di questo incontro per preparare il Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles giovedì 29 e venerdì 30 giugno” e il “vertice Nato che si terrà a Vilnius, in Lituania, martedì 11 e mercoledì 12 luglio”. Tante, di certo, le carte in tavola, ama gli occhi sono tutti puntati sull’Expo 2030, perché la visita parigina della presidente Meloni prevede la partecipazione all’assemblea generale del Bie (Bureau International des Expositions) e cioè l’istituzione che sovrintende alle esposizioni mondiali.

LA PARTITA CANDIDATURA
Meloni è volata a Parigi in compagnia del sindaco della capitale Roberto Gualtieri e il governatore della Regione Lazio Francesco Rocca per sostenere la candidatura di Roma a ospitare l’esposizione universale del 2030. Il voto e la decisione finale sono attesi a fine novembre, ma l’appuntamento di oggi è molto importante, considerando che a Parigi, in questi giorni, è in visita anche il principe erede al trono saudita Mohammed Bin Salman, per sponsorizzare la candidatura a Expo 2030 di Riad. L’Italia deve cercare di farsi strada e farsi notare tra gli altri candidati: a rappresentare la concorrenza più agguerrita sono la Corea del Sud con Busan e appunto, l’Arabia Saudita con Riad. La delegazione sudcoreana ha in programma il bilaterale con il presidente Macron, mentre quello con Bin Salman è già avvenuto. Il principe saudita ha incontrato il presidente francese nella giornata di venerdì e tra i due l’intesa sembrerebbe essere stata vincente per un possibile appoggio. Nulla di ufficiale, certo. E per questo Meloni porta nella capitale francese la propria strategia: i nodi da sciogliere sono tanti e le distanze con Macron rimangono talvolta siderali. Eppure, per questo Expo 2030, la carta che si gioca la delegazione italiana è quella dell’ucraina Odessa, una delle candidate, a cui l’Italia ha proposto da tempo una sorta di collaborazione. Un gemellaggio sulla carta, proposto da Meloni direttamente al presidente Volodymyr Zelensky. Una soluzione che non è al momento prevista dalle regole Bie, ma che potrebbe far leva per un sostegno al tricolore.

PUNTI DI IN(S)CONTRO
Un riavvicinamento dei rapporti con la Francia è un altro degli obiettivi della visita di Meloni, anche per la candidatura Expo 2030, certo, ma allo stesso tempo per riassestare le relazioni dopo i dissidi degli ultimi mesi scatenati dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno, Gerald Darmanin – a cui si sono aggiunte quelle di Stephane Sejourne, segretari generale del partito Renaissance – che criticò apertamente Meloni, accusandola di non essere in grado di gestire la crisi migratoria. Sostegno all’Italia che potrebbe arrivare sulla scia del riavvicinamento di Hiroshima, grazie a un possibile coordinamento delle agende su temi comuni e condivisi: in primis riaffermando il “comune sostegno all’Ucraina” sugli aspetti militari, umanitari, economici, diplomatici e giudiziari, ma anche, in chiave europea, la revisione delle regole Ue del patto di stabilità e dei paletti fiscali “congelati” causa pandemia, su cui Macron e Meloni potrebbero spalleggiarsi. Non solo, sul tavolo ci dovrebbe essere anche il dossier dell’alta velocità (Tav) Torino-Lione – che nelle ultime ore oltralpe ha provocato dure proteste – su cui potrebbe essere trovata una quadra, insieme anche al riassetto di Tim. I punti di raccordo potrebbero essere più di uno, tuttavia, le maggiori distanze – che potrebbero anche rimanere tali – riguardano la questione migranti e la lunga attesa (e battaglia) in vista delle elezioni europee del giugno 2024. Per riallacciare la corda che si era spezzata nei mesi scorsi, dovrà probabilmente essere fatto un passo indietro a nome di Macron su quella che era stata definita “inadeguata gestione” della migrazione da parte della presidente Meloni, ma anche un punto su quella che è la gestione dei migranti al confine tra Italia e Francia che rimane tema di tensione tra le parti. Incontri e scontri, che potrebbero decidere in diversi modi i rapporti tra le due nazioni tanto vicine, ma spesso tanto lontane.


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