SPORTPARADE
di FILIPPO TABACCHI
La storia del calcio italiano è intrisa di personaggi leggendari, ma pochi hanno avuto un impatto tanto significativo quanto Silvio Berlusconi nel suo lungo percorso al Milan. Dal suo ingresso nel 1986 fino alla vendita del club nel 2017, una cessione tanto discussa quanto amara per Berlusconi stesso e l’ambiguità degli acquirenti: Silvio ha ridefinito gli standard di successo, trasformando il Milan da una squadra che non sapeva più vincere, in una potenza internazionale.
Quando Silvio Berlusconi acquistò il Milan nel 1986, il club era in una fase di crisi finanziaria e di risultati ma la sua visione e determinazione portarono a un’era di trionfi senza precedenti. Berlusconi aveva già dimostrato il suo talento come magnate dell’imprenditoria, ma il suo amore per il calcio e la sua ambizione nel portare il Milan al vertice lo hanno spinto a investire ingenti risorse nel club, oltre un miliardo e mezzo di euro con colpi eccezionali insieme al condor Galliani: Van Basten, Gullit, Sheva, Nesta, Gattuso, Rui Costa, Savicevic, Papin, Kakà e tanti, tantissimi altri. Sotto la guida di Berlusconi, il Milan ha vinto tutto, 29 titoli tra nazionali ed internazionali. Tra i successi più memorabili, si annoverano i cinque titoli della Champions League conquistati negli anni 80 e 2000.Nonostante la sua presenza come proprietario, Berlusconi è diventato un volto familiare per i tifosi del Milan. Il suo carisma e la sua passione contagiosa hanno contribuito a creare un legame unico tra
Il presidente e la squadra, alimentando l’entusiasmo dei tifosi.
Tuttavia, il percorso di Berlusconi al Milan non è stato esente da critiche e controversie, dapprima per le critiche inerenti la spettacolarizzazione degli acquisti nei calciomercato, ma è sempre stato così, Savoldi venne pagato centinaia di milioni già 30 anni prima.
Nel 2017, Berlusconi ha deciso di vendere il Milan a un consorzio cinese che a sua volta cedette ad un fondo americano, lasciando un’eredità calcistica duratura, senza la passione che non esiste nella cultura anglosassone, figurarsi nei fondi che devono solo remunerare gli investitori e basta.
Grazie Silvio non ti dimenticheremo mai.
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