Economia

La Sicilia e il tesoro degli antichi semi. Così pubblico e privato vanno alla sfida del Pnrr

di Redazione -

PNRR


di RICCARDO SEGAMONTI*

Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – prevede la destinazione del 40 per cento circa delle risorse complessivamente considerate al Mezzogiorno, per un importo pari a circa 82 miliardi, a testimonianza dell’attenzione al principio della coesione sociale e del riequilibrio territoriale, che ne costituisce uno dei pilastri. Ma l’occasione per il rilancio del Mezzogiorno non viene soltanto dalla realizzazione di grandi progetti e infrastrutture, quanto piuttosto da interventi mirati a superare la debolezza strutturale del sistema produttivo del Sud. Piccoli progetti con ricadute importanti. A cominciare dall’agricoltura. Basti pensare infatti che il 25% della biodiversità agraria presente in Europa è costituita dall’agrobiodiversità di una sola regione italiana, la Sicilia, per comprendere quanto innumerevoli siano le potenzialità del settore, non soltanto per il comparto dell’agroalimentare, ma per la crescita del Made in Italy. Su questa scia si colloca il progetto di AVASIM.Mamaseeds, il consorzio internazionale di ricerca e promozione presieduto dall’avv. Alessia Montani che accoglie e aggrega tutti gli attori delle filiere agroalimentari delle antiche sementi italiane, dalla cerealicola a quella orto-frutticola, dalla vitivinicola alle erbe aromatiche, dalle oleose alle officinali, promuovendo azioni rivolte alla valorizzazione del fattore umano e culturale locale e all’innovazione degli antichi saperi, supportando la redditività delle piccole aziende agricole “eroiche”.

Un’azione ad ampio raggio che si colloca perfettamente all’interno della seconda Missione, denominata Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, e tiene conto delle recenti modifiche degli articoli 9 e 41 della Costituzione, i quali sanciscono un necessario connubio tra l’iniziativa economica e la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle generazioni future. Interessa quindi più obiettivi e si pone in linea alle missioni previste dal PNRR sullo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica e digitale.
Come noto, il Piano prevede il raggiungimento di 27 obiettivi entro il 30 giugno 2023 e di 69 entro la fine di dicembre 2023, ma, oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostra ritardi ed è ancora in una fase iniziale dei progetti.
In questo scenario complesso e innovativo occorre riportare alla ribalta l’istituto giuridico del partenariato pubblico-privato (PPP), che consente di generare, nella fase di gestione del progetto, flussi di cassa sufficienti a rimborsare il debito contratto per la realizzazione dello stesso e la remunerazione del capitale di rischio. Tali finalità risultano vitali per la realizzazione degli obiettivi imposti dal Piano, in quanto, come noto, il PNRR è un programma «performance based» e non di spesa e, come tale, si fonda sul raggiungimento di milestone, che individuano riforme ed investimenti, e di target che rappresentano i risultati, misurati con criteri oggettivi.

Come rilevato dal Senatore Domenico Matera nel corso del convegno tenutosi a Roma il 18 maggio ‘Sullo Stato di Attuazione del PNRR’ presso la Biblioteca Casanatense, l’Italia si è assicurata l’erogazione della terza rata del PNRR e si sta già lavorando sulla quarta.
Peraltro, giova rilevare che tali ritardi vanno imputati, nonostante le riforme abilitanti del PNRR, a fattori esogeni quali la guerra in Ucraina, l’inflazione, il caro materiali ed energetico, elementi che senza alcun dubbio dovranno essere tenuti in considerazione dalla Commissione Europea al fine di una eventuale revisione del Piano stesso (possibile, ma non senza criticità, ai sensi dell’articolo 21 del regolamento Ue 2021/241).

*membro del Comitato Giuridico di AVASIM – MAMASEEDS e Co-Founder PNRR Avvocati Network Advisory


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