Banda ultralarga, tutto da rifare. Butti: serve una revisione totale
Una strategia per le telecomunicazioni che il governo sta definendo dallo scorso settembre: risorse da redistribuire, da colmare ritardi di cui ci si dice incolpevoli. Otto mesi che il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, dice essere bastati per affrontare la situazione. “La situazione è critica”, ammette al convegno “Telco per l’Italia” dove ad opera dell’ad di Tim Pietro Labriola è andato in scena anche l’ultimo capitolo della vicenda che la compagnia nata nel 1994 sta vivendo dopo la cooptazione a sorpresa nel Cda di Alessandro Pansa, attuale presidente di Sparkle, ai danni del candidato di Vivendi Luciano Carta.
Tornando a Butti, il sottosegretario si dice certo di “una via di uscita, una strategia che il governo ha ben chiara nella testa”. E ha poi spiegato che “per le aree grigie finanziate con risorse europee del Pnrr (quelle del Paese nelle quali investe o investirà un operatore che fornisce servizi di connettività a banda ultralarga, ndr) la situazione è abbastanza preoccupante. La loro prima milestone non è stata raggiunta. E purtroppo neanche la seconda milestone del 30 giugno 2023 sarà rispettata”. Circa le aree bianche (quelle ove il Governo si è impegnato a portare la fibra, ndr), “siamo ormai arrivati a giugno e sono 2,653 milioni le unità immobiliari collaudate. I lavori di tutti i lotti si sarebbero dovuti concludere entro giugno per 6,4 milioni di unità immobiliari, ma purtroppo siamo arrivati solo a poco più del 40% dei lavori”.
Il suo prossimo passo, presentare “tra fine giugno e inizio luglio una revisione totale delle strategie sulla banda ultralarga, con proposte anche di utilizzo delle risorse disponibili”. Quindi, un chiarimento: “Il governo ci sta mettendo la faccia, per risolvere situazioni pesantissime che abbiamo ereditato”.
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