Il giallo di Kata e il testimone “portata via con la forza”
di IVANO TOLETTINI
Un mistero fitto. Dal testimone indiretto che ha raccolto la testimonianza della figlioletta che giura di avere visto chi ha portato via con la forza la piccola Mia Kataleya, chiamata Kata da parenti e e amici; alla comunità peruviana che scende in piazza ieri sera per “far sentire la nostra voce contro questo silenzio assordante”. In mezzo il procuratore aggiunto di Firenze, l’ex pm antimafia Luca Tescaroli, che chiede di allentare la pressione mediatica perché si è in una fase cruciale delle indagini e c’è la necessità di svolgere con maggiore riservatezza una serie di verifiche per individuare dove si trova la vittima.
Di certo c’è che a cinque giorni dalla inquietante sparizione della bimba di 5 anni la pista che viene battuta con maggiore attenzione dagli inquirenti è quella del sequestro di persona a scopo di estorsione. Sullo sfondo ci potrebbe essere il racket degli affitti nell’ex hotel Astor di Firenze occupato non solo da famiglie sudamericane, dove negli ultimi tempi sono avvenuti fatti poco commendevoli. Che hanno alimentato scontri coinvolgendo anche i familiari della bimba. Si parla di tre gruppi in lotta, due peruviani, uno dei quali vicino ai genitori di Kata, e l’altro rumeno per il pagamento di una sorta di “affitto”, indicato tra gli 800 e i 1.500 euro, per avere due stanze e un bagno nella struttura. Se la comunità peruviana da una parte protesta per “l’indifferenza da parte di molti”, dall’altra c’è da sottolineare che gli investigatori da sabato scorso stanno lavorando ad ampio spettro per delineare l’effettivo contesto in cui la bimba è sparita.
Tra l’altro, il circuito interno dell’ex albergo ha fatto il suo dovere perché ha ripreso la bimba alle 15.01 di sabato scorso nell’istante in cui lascia il gruppetto degli altri bimbi con i quali giocava avviandosi verso una porta del cortile, salvo poi rientrarvi. Intanto, Katherine Alvarez, madre di Kata, che in un momento di disperazione aveva bevuto della varichina e che ieri pomeriggio è stata dimessa dall’ospedale, ha affidato a un post sui social il suo stato d’animo rivolgendosi alla figlia: “Principessa mia, solo dio sa come mi sento. Starò bene, perdonami se per un istante ho pensato di arrendermi e perdere la speranza. Però adesso sono più forte e non mi riposerò fino a quando non ti troverò”.
Anche il padre della minorenne è ritornato all’ex hotel dopo essere stato scarcerato in seguito alla condanna in primo grado a 2 anni e mezzo di carcere per l’indebito utilizzo di una carta di credito dopo il furto di un portafoglio. A raccontare di avere visto il rapimento di Kata è stata un’altra bambina di 3 anni che l’ha riferito al padre, il quale ha informato gli inquirenti. “ In questa fase – ha detto il pm Tescaroli ai cronisti – abbiamo bisogno di meno pressione dei media”.
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